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Hendry Allan Alexander

Da WikiUFO.

Indice

Hendry, Allan Alexander

Astronomo ed importante indagatore di testimonianze ufologiche (1950 - ).

L'incontro con Hynek

Nel 1972 Hendry, in realtà allora soprattutto un disegnatore, aveva acquisito un B.A. in astronomia all'Università del Michigan. Fu però solo nel 1975, con il trasferimento a Evanston, nell'Illinois, presso la cui facoltà di astronomia colei che a suo tempo era la moglie di Hendry, Elaine, doveva seguire dei corsi per conseguire la laurea, che l'uomo incontrò di persona il direttore di quel dipartimento e fondatore del CUFOS, J. Allen Hynek. L'ufologo comprese subito lo spessore intellettuale di Hendry e, vistone l'interesse per i fenomeni UFO, lo assunse a lavorare a tempo pieno per il CUFOS e ne fece sin dal primo numero, uscito in autunno, il direttore editoriale del mensile dell'associazione, l'"International UFO Reporter".

Il lavoro di Hendry ed il libro del 1979

Hendry si rese conto fin dall'inizio che la qualità della gran parte dei resoconti ufologici era troppo bassa perché essi potessero essere usati dal punto di vista scientifico. In un editoriale del novembre 1976 apparso sull'"International UFO Reporter", Hendry lamentava la mancata applicazione di procedure standard per la valutazione dei casi ed annunciava l'avvio di una linea telefonica "calda" del CUFOS per ricevere le segnalazioni in tempi rapidi. Il fine principale di questa procedura era di applicare fin da subito un filtro che potesse scremare quei casi la cui natura convenzionale fosse apparsa più evidente.

Non solo era esplicitamente esclusa dall'oggetto di studio dell'ufologia la pletora di questioni che le erano state collegate (era, ad esempio. il momento della leggenda del "Triangolo delle Bermuda") come anche erano rigettati i collegamenti fatti dall'opinione pubblica con altre controversie sul paranormale, ma nel pezzo si annunciava che particolare attenzione sarebbe stata rivolta ad alcune categorie di testimonianze, in specie a quelle che implicavano la presenza di più testimoni. 

Nel complesso, il programma di Hendry era un forte richiamo ad una concezione empirica della disciplina ufologica, basata su una valutazione uniforme dei casi ed a sua volta radicata in conoscenze scientifiche consolidate.

Per mostrare con chiarezza come procedeva il lavoro, su ogni numero dell'"International UFO Reporter" Hendry pubblicava l'esito delle valutazioni dei casi pervenuti. Da essi risultò subito che il numero dei casi che, dopo la scrematura iniziale ed in seguito ad adeguate e severe valutazioni si vedevano assegnare l'etichetta di "non identificato", era molto basso.

L'estrema riluttanza ad affermare alcunché sulla natura del residuo di casi non identificati e la presentazione di una serie di episodi in apparenza sconcertanti ma per i quali tramite indagini dirette sul campo Hendry riteneva di aver potuto individuare delle spiegazioni convenzionali fece passare in secondo piano il piccolo ma significativo numero di episodi che, al contrario, lo studioso si era visto costretto a classificare come "non identificati".

Occorre oggi affermare che per una corretta comprensione del lavoro di Hendry, e sebbene sia innegabile in lui una forte connotazione di pessimismo per l'esito del lavoro dell'ufologo, è necessario valutare pure le inchieste importanti su casi per i quali non solo ritenne di non poter fornire delle spiegazioni banali, ma che lo contrapposero in modo a volte deciso ai più noti scettici americani del periodo, quali P. Klass e R. Sheaffer. 

Due di questi non identificati sono rappresentati dall'incontro ravvicinato di secondo tipo verificatosi il 27 agosto 1979 nella contea di Marshall, nel Minnesota e dall'osservazione radar/visuale di Ocala, in Florida, del 14 maggio 1978.

In un'intervista concessa nel 1980 all'ufologo Jerome Clark, Hendry notava che se per il progresso dello studio dei fenomeni UFO era necessario non avere remore nell'indicare le cause convenzionali delle osservazioni quando esse sembravano adattarsi ai dati testimoniali, d'altro canto per lui le osservazioni ad alto coefficiente di stranezza/probabilità, ordinate sul Diagramma S-P, erano quelle nei cui confronti gli scettici erano meno disposti ad impegnarsi, se non cercando di spostare l'attenzione dai particolari descrittivi dei fenomeni verso argomentazioni ad hominem, ad esempio verso l'attendibilità ed il disinteresse dei testimoni, verso dubbi sulla loro moralità, ecc.

La maggior fama di Hendry deriva tuttavia dalla pubblicazione del suo unico libro, avvenuta nella tarda primavera del 1979. Si tratta di un volume di grosse proporzioni uscito presso una casa editrice importante, dal titolo "The UFO Handbook" [1], che analizza la base di dati costituita dai 1307 casi raccolti grazie all'attività della linea telefonica "calda" che rimase attiva fra l'agosto 1976 ed il novembre 1977.

Il lavoro si concentrava sul concetto di ripartizione IFO/UFO, ossia, sulla divisione fra casi identificati e non identificati, ma, al contrario di ciò che avveniva sino ad allora fra gli ufologi, esso concedeva uno spazio pari - se non maggiore - agli identificati rispetto ai casi non spiegati, in questo modo operando una cesura sottile ma profonda rispetto ai punti di vista precedenti. La forte prevalenza del numero dei casi spiegabili ed un'aria complessiva di sfiducia circa la possibilità di compiere a breve dei progressi decisivi nello studio del problema fece sì che il libro di Hendry fosse percepibile con facilità come radicalmente scettico sull'esistenza oggettiva di uno o più fenomeni sconosciuti.

Ora, non sarebbe esagerato dire che, nell'avanzare in modo implicito l'ipotesi che nel corso delle indagini sul campo a lui sembrasse che il versante dei non identificati e quello dei casi spiegati fosse separato da un crinale assai più fragile e dalle caratteristiche meno lineari di ciò che si pensava, e che dunque alla fine la fiducia nella significatività ontologica del "residuo" non identificato non potesse essere altissima, Hendry abbia contribuito in modo assai forte a mettere in crisi posizioni improntate ad un realismo filosofico piuttosto ingenuo.

Ma occorre oggi riflettere in modo altrettanto fermo sulla circostanza che Hendry, malgrado le previsioni fatte da alcuni studiosi scettici americani, non giunse mai a conclusioni negazioniste. E' quanto si deve concludere, ad esempio, esaminando un intervento risalente alla fase più tarda del coinvolgimento di Hendry nella questione, cioè il dibattito tenutosi allo Smithsonian Institution di Washington il 6 setttembre 1980, nel quale intervennero J. A. Hynek, il fisico ottico ed ufologo Bruce Maccabee e gli scettici Philip J. Klass, James Oberg e Robert Sheaffer. Alle insinuazioni di Klass sull'incontro di secondo tipo della contea Marshall, Hendry rispose con una serie di argomentazioni basate sulle sue indagini dirette, concludendo che quel giorno tutti avevano "ascoltato da Philip Klass un'eccellente presentazione del motivo per il quale non sarà mai possibile convincere degli scettici sulla base dei fatti".

Malgrado la sostanziale mancanza di una linea precisa sull'argomento da parte delle case editrici italiane, il voluminoso libro di Hendry fu tradotto in italiano. Esso uscì nel maggio 1980 presso la casa Armenia di Milano sotto il titolo "Guida all'ufologia". Pur patendo di un quasi totale disinteresse da parte del pubblico e di un'opera di traduzione a volte precaria, si trattò di un testo che per tutta la prima metà del decennio inciderà in modo importante sui giovani appassionati che in quegli anni si radunavano intorno al bollettino torinese "Ufologia" e dal cui seno nell'autunno 1985 nascerà il Centro Italiano Studi Ufologici.

Le tecniche d'indagine sul campo tuttora utilizzate da molti esponenti del CISU sono in parte il frutto delle discussioni sul lavoro di Hendry.

L'uscita di scena

  Nei primi anni '80 del XX secolo l'interesse per gli UFO aveva subito un rapido crollo. La diminuzione delle entrate di varie fonti di reddito aveva reso non più possibile la prosecuzione del contratto che legava Hendry all'associazione da più di quattro anni. Il rapporto fu concluso il 28 febbraio 1981. Hendry si trasferì a Stone Mountain, in Georgia, e nel giro di un anno cessò le proprie attività in ambito ufologico.

In seguito lavorò come astronomo.


 

Fonti

  1. Hendry, Allan Alexander (1979). The UFO Handbook: A Guide to Investigating, Evaluating and Reporting UFO Sightings. Garden City: Doubleday and Company