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1947

Da WikiUFO.

Indice

Quando tutto cominciò

Il 25 giugno 1947 un quotidiano locale dell’Oregon, l'East Oregonian, pubblicò un breve articolo intitolato “Impossible! Maybe, But Seein' Is Believin', Says Flier“ in cui si riferiva della strana osservazione che un tale Kenneth Arnold aveva avuto il giorno prima, intorno alle ore 15.00, a bordo del suo aereo privato nei cieli dello stato di Washington: nove oggetti in formazione, di forma pressappoco simile a quella di una luna crescente, che sembravano come piattini (“saucers”) che rimbalzavano sull’acqua. Il giorno successivo molti quotidiani in tutti gli Stati Uniti ripresero la notizia e cominciarono ad emergere subito le testimonianze di altre persone che avevano visto qualcosa di simile, tra cui quella di un testimone che, dal monte Adams e più o meno alla stessa ora, vide sei degli stessi oggetti descritti da Arnold e di un altro che, mezz'ora prima, aveva visto tre oggetti in volo (ma entrambe queste testimonianze emersero giorni dopo).

La descrizione che faceva riferimento a dei “saucers” piacque probabilmente ai titolatori, che la coniugarono subito con il fatto che queste cose volavano in cielo. Già il 26 giugno nei titoli di alcuni quotidiani apparve così la combinazione “Flying saucers” (disco volante), che nel corso dei giorni e delle settimane successive fu usata per indicare questi misteriosi ordigni, soppiantando quasi del tutto i termini alternativi “Flying discs” e “Flying disks”. Nell'area del Nord-Ovest americano quel 24 giugno 1947 furono registrati almeno dieci diversi avvistamenti, compreso quello di Arnold.

 

L'inizio di un Fenomeno Epocale

La notizia, apparentemente banale, dell’osservazione di una strana formazione di corpi volanti si diffuse con una velocità impressionante in tutta la nazione attraverso la stampa (e successivamente anche attraverso la radio), generando nei giorni successivi una gigantesca ondata di avvistamenti. La sua dimensione quantitativa non è perfettamente conosciuta. L'ufologo americano Ted Bloecher raccolse ed analizzò un primo campione di 853 casi (Bloecher, 1967), ma si stima che vi furono quasi 2.000 avvistamenti, con un gigantesco impatto sulla cultura popolare dell’epoca, che ebbe il suo culmine nel fine settimana dei festeggiamenti della festa nazionale del 4 luglio (grazie anche all'osservazione notturna sui cieli dell'Idaho di una formazione di nove oggetti in formazione da parte dell'equipaggio di un aereo della United Airlines, che ebbe una copertura mediatica superiore a quella del primo avvistamento di Arnold) e che proseguì fin quasi alla fine del mese di luglio. I dischi volanti non furono però dimenticati, come avvenne per esempio, con le ondate di aeronavi del 1896-97 o del 1909, ma rimasero nella cultura popolare dell’epoca per poi svilupparsi ed imporsi in modo definitivo come un nuovo fenomeno di costume a partire dalla fine del 1949.

Gli avvistamenti del 1947 furono in buona parte diurni (contraddicendo la cosidetta "Legge dei Tempi" di Jacques Vallée, che, molto semplicemente, evidenziava una marcata tendenza, tutt'ora confermata, degli avvistamenti UFO a verificarsi durante le ore notturne) e si riferivano ad oggetti per lo più di forma discoidale (ma vi furono alcuni episodi con forme diverse, come sfere ed ovoidi, ma anche più inusuali) e di apparenza solida, con una percentuale molto alta di "formazioni” ed oggetti multipli. Tutte queste caratteristiche ebbero un'incidenza quantitativa del tutto peculiare durante l'ondata del 1947: tale incidenza, probabilmente legata alla peculiarità del contesto complessivo in cui nacque e si sviluppò il fenomeno, andò a scemare più o meno rapidamente negli anni successivi (per esempio, le osservazioni di formazioni di dischi divennero sempre più rare).

Già in quelle primissime settimane di nascita del cosiddetto “moderno fenomeno UFO” si possono ritrovare i prototipi delle tipologie di avvistamenti e delle situazioni che si registreranno nei decenni successivi: dischi con cupola ed oblò, atterraggi, effetti “elettromagnetici” e su animali, storielle inventate, falsi ritrovamenti ed addirittura dei bizzarri incontri ravvicinati del terzo tipo. Ma anche i primi esempi di impatto significativo sul costume e sulla società: commenti disparati, spiegazioni inverosimili, esperti improbabili, inventori, pubblicità, vignette e tanto altro ancora. 

Come avverrà per tutti gli anni cinquanta ed una parte dei sessanta, la maggior parte degli oggetti visti dai testimoni, soprattutto a distanza relativamente ravvicinata ed in condizioni di luce diurna, aveva connotazioni tecnologiche (cupole, cabine, portelli, oblò, alettoni, propulsori, strutture d'atterraggio, antenne). I dischi volanti dell'epoca erano sicuramente dei velivoli, sicuramente più avanzati degli aerei, ma con una tecnologia non eccessivamente avanzata tanto da diventare sconosciuta e "magica" agli occhi degli osservatori. Era solo un po' più avanti di quella contemporanea, ma riprendeva da essa buona parte delle caratteristiche, sviluppandole e concretizzando l'immaginario dell'epoca.

Uno degli episodi che ebbe maggiore risonanza sui quotidiani americani (tra l’8 ed il 10 luglio) fu il possibile ritrovamento di un “disco” precipitato a Roswell, nel New Mexico, ed i cui resti furono raccolti dall’aviazione dell’esercito, che, poco dopo, annunciò che si trattava nient’altro che della caduta di un “pallone anti-radar”. Il caso sparì praticamente dalla memoria ufologica fino al 1979, quando lo scrittore Charles Berlitz e l'ufologo William Moore gli dedicarono un libro in cui erano riportate testimonianze ed indizi relativi alla caduta di un “vero disco volante” ed al ritrovamento di uno o più cadaveri di esseri extraterrestri che lo pilotavano. Da lì partì quella che è probabilmente la più conosciuta e controversa storia nell’ambito della mitologia ufologica.

L’impatto dei ”dischi” sulla società americana fu rapido e considerevole, diventando argomento di discussione popolare e un vero e proprio fenomeno di costume, tanto da essere subito utilizzato in diverse occasioni a livello pubblicitario. Fu anche un’occasione per molti per riuscire ad avere facilmente il proprio nome pubblicato sul quotidiano locale: molti casi, infatti, non erano nient’altro che delle pure invenzioni per questo motivo o semplicemente per divertimento.

Alcuni commentatori fecero notare come la propagazione degli avvistamenti dei dischi ed il desiderio/timore di vederli da parte della popolazione mostrasse la debolezza degli americani verso eventuali situazioni di questo tipo sfruttate a fini bellici da parte di una potenza nemica (cioè l’Unione Sovietica). Le cause venivano trovate nelle direzioni più disparate e ne vennero proposte alcune veramente bizzarre. Gli scienziati interpellati dalla stampa (tra cui un giovane Hynek) indicavano in aerei, stelle e pianeti o in semplici “abbagli” l’origine dei tanti avvistamenti.


L'Origine dei Dischi

L’idea più diffusa era che si trattasse di armi segrete, sovietiche o americane. Tale spiegazione aveva la sua logica: successivamente alla fine della seconda guerra mondiale, la gente era convinta che dopo i jets, i missili, la penicillina e la bomba atomica (quasi) tutto fosse possibile ed alla portata del travolgente progresso tecnico-scientifico in atto e dei tanti sogni che l’immaginario tecnologico stava generando.

Il momento era quindi propizio per potere accettare la testimonianza di un pilota (quindi qualificata) che riferiva di avere visto degli strani ordigni volare in modo inusitato e, soprattutto, ad una velocità “impossibile”. Dopotutto non aveva visto nulla di eccezionalmente strano: poteva veramente essere la realizzazione di quanto tutti pensavano che si potesse fare, cioè sviluppare missili o altre meravigliose macchine volanti caratterizzate da prestazioni eccezionali.

La paura del nemico sovietico e della guerra fredda recentemente iniziata stimolava l’idea della ricognizione nemica, magari sviluppata con la tecnologia catturata ai nazisti dagli stessi russi. Una tecnologia, quella nazista, che assumeva agli occhi di molti dei connotati “magici”, sia per la loro reale eccezionalità che per l’aurea di mistero che circondava molte notizie e, non ultima, per la fascinazione esercitata da un’origine così malvagia come quella nazista. Molti però (e tra essi lo stesso Arnold, anche se negli anni a seguire cambiò più volte opinione in merito) ritenevano che i dischi fossero delle armi segrete americane, autoconvincendosi ulteriormente della superiorità tecnologica statunitense e traendone tranquillità in un momento comunque turbolento e ricco di incognite per il futuro.

La Marina degli Stati Uniti negò che i dischi potessero essere ricollegati agli aerei sperimentali "Flying Flapjack" VXF5U e "Flying Pancake" V-173 e l'Esercito affermò che non si trattava di sue nuove armi, come le ali volanti Northtrop (che comunque avevano una certa rassomiglianza con una buona parte delle descrizioni dei dischi, inclusi gli oggetti visti da Arnold).

Ma anche i marziani ebbero la loro parte. Sebbene l’idea che i “dischi” potessero essere delle astronavi extratterestri in visita sulla Terra fu marginale nel contesto globale della grande ondata del 1947, essa fu proposta e fu presente con una certa frequenza, sicuramente superiore a quella a cui la comunità ufologica ha sempre pensato. In uno dei primi dispacci di agenzia che riportavano l’avvistamento di Arnold si riferiva proprio alla possibilità che l’uomo potesse avere visto delle navi spaziali. Alcuni quotidiani del 26 giugno uscirono addirittura con degli articoli i cui titoli si riferivano a “Men from Mars” (marziani). Tale idea era il risultato di un lungo processo, iniziato negli ultimi decenni del diciannovesimo secolo e che ebbe grande impulso tra gli anni trenta e quaranta, operato dalla letteratura di fantascienza, che aveva instillato in un pubblico sempre più vasto l’idea che v’erano (e v’erano state nel passato) delle visite extraterrestri e che, comunque, esistevano civiltà tecnologicamente avanzate oltre la Terra.

Alcuni ritengono che l’ondata del 1947 sia stata preparata dalla popolare rivista di fantascienza americana “Amazing Stories” e dal suo direttore Raymond Palmer, il quale, a partire dal gennaio 1944, promosse come reali le storie di Richard Shaver relative all’esistenza di due razze extraterrestri che vivevano nel sottosuolo, si combattevano tra di loro ed erano dotate di una avanzata tecnologia (che comprendeva, tra l’altro, dei velivoli a forma circolare). A più riprese Palmer, soprattutto tra il 1946 ed il 1947, nel rispondere ai lettori della rivista riferiva che la Terra era visitata da esseri extraterrestri e riprendendo le tematiche già diffuse qualche decennio prima da Charles Fort (e in tempi molto più recenti da Vincent Gaddis proprio sulle pagine della stessa Amazing Stories) affermava che tali visite continuavano senza soluzione di continuità fin dall’antichità. Molti negli Stati Uniti del 1947, ma pur sempre una minoranza, stavano aspettando l’arrivo dei marziani.


Oltre gli Stati Uniti

L'articolo su O'Cruzeiro del Novembre 1954 con un'illustrazione del racconto di José Higgins
L'articolo su O'Cruzeiro del Novembre 1954 con un'illustrazione del racconto di José Higgins
Sebbene gli Stati Uniti fossero l’epicentro fondamentale dell’ondata del 1947, un cospicuo numero di avvistamenti fu registrato in altre nazioni, Italia compresa, probabilmente quale riflesso delle notizie che provenivano dall’America. In effetti i primi avvistamenti al di fuori dei confini nord-americani risalgono alla fine della prima settimana di luglio. Gli avvistamenti si verificarono in molti paesi dell’Europa, del Sud America e dell’Africa, nonché dell’Asia (per esempio in Cina). La maggior parte furono osservazioni di meteore, fenomeni atmosferici od aerei in cui si pensava di ravvisare gli stessi misteriosi velivoli che si diceva volassero sui cieli americani, seguendo un effetto "emulazione" che si sarebbe poi rapidamente diffuso negli anni successivi, grazie alla sempre maggiore pervasività dei mezzi di informazione. La rapida propagazione a livello mondiale delle notizie sui "dischi volanti" ed il loro attecchimento e successivo radicamento nella cultura popolare e nell'immaginario collettivo del mondo occidentale (e non solo) è di per sè un fenomeno sorprendente, probabilmente dovuto anche al contesto favorevole ed alla nazione in cui il tutto si era originato (gli Stati Uniti, il riferimento militare, scientifico e tecnologico per eccellenza dell'epoca, anche in virtù della recente vittoria nella seconda guerra mondiale).

Tra i tanti, un paio di casi sono diventati dei classici della letteratura ufologica. Il primo sarebbe avvenuto il 14 agosto vicino a Raveo (Udine, Italia), ma fu raccontato dal testimone (un artista e famoso scrittore di fantascienza) per la prima volta molti solo otto anni dopo e risulta piuttosto controverso, tanto da far sospettare la possibilità di un falso.

Il secondo avvenne alla fine di agosto in Brasile ed ebbe come testimone Josè Higgins. Il caso fu comunicato da alcuni lettori alla famosa rivista settimanale O Cruzeiro sotto forma di un ritaglio di stampa, quando, nel 1954, i giornalisti della stessa sollecitarono i lettori a comunicare storie di “dischi volanti” in loro possesso. Nel 2008 un ufologo brasiliano è riuscito a rintracciare la fonte primaria di questo fantastico incontro ravvicinato del terzo tipo: si tratta di un documento di grande interesse storico (indipendentemente dal fatto che il caso si sia davvero verificato o che, invece, come si potrebbe pensare, si tratti di un falso), anche per il fatto che a titoli di scatola veniva indicato nei “marziani” i responsabili dell’evento.


Bibliografia


  • Aldrich, Jan L. (1997). Project 1947: a preliminary report on the 1947 UFO sighting wave. UFo Research Coalition
  • Aldrich, Jan L. (1998). "1947: beginning of the UFO era". In H. Evans, & D. Stacy (Eds.), The UFO mystery, pp. 26-39. London: John Brown Publishing
  • Arnold, Kenneth & Palmer, Raymond (1952). The coming of the saucers. Amherst: Amherst Press
  • Bloecher, Ted (1967). Report on the UFO Wave of 1947. Washington: Private 
  • Coates, Tim (Ed.) (2001). UFOs in America, 1947. London: The Stationery Office
  • Lagrange, Pierre (1989). "It seems impossibile, but there it is". In H.Evans & J.Spencer (Eds.), Phenomenon: forty years of Flying Saucers, pp. 26-45. New York: Avon Books
  • Lagrange, Pierre (1997). "Comment tout a commencé". Anomalies (3), 26-39

Siti di Riferimento

http://www.project1947.com/