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Battelle Institute, studio statistico del

Da WikiUFO.

"Studio del Battelle Institute" è il nome generico con il quale è più conosciuto il "Project Blue Book Special Report No. 14", un lavoro commissionato dai militari del Project Blue Book dell'Aeronautica statunitense alla fine del 1951 e portato a termine ai primi del 1955 con lo scopo di valutare: a) le capacità mnemoniche delle persone in funzione della loro capacità di descrivere in modo corretto i presunti UFO; b) dal punto di vista della statistica, il fatto che i casi non identificati (UFO) possedessero nel complesso caratteristiche tali da distinguerli in modo sufficiente dagl identificati (IFO)[1].

Sebbene lo stesso segretario alla Difesa nell'ottobre del '55 ne avesse pubblicizzato gli esiti come negativi circa gli indizi di un'esistenza oggettiva dei fenomeni UFO, diverse analisi del suo contenuto condotte in seguito sono risultate in genere di diverso avviso.

Genesi e vita operativa

Il 27 dicembre del 1951 il direttore del Project Grudge dell'USAF, come in quel momento si chiamava lo studio dei militari americani sugli UFO, capitano Edward J. Ruppelt, prese contatti con alcuni addetti del "Battelle Memorial Institute", un istituto privato di ricerche di Columbus, nell'Ohio, per offrire un contratto di consulenza relativa ai dati sugli avvistamenti UFO. La richiesta fu accettata l'8 gennaio dell'anno successivo.

Il lavoro del Battelle Institute fu inserito nel ben più importante e delicato Project Stork, che si occupava di analisi delle capacità sovietiche di usare le tecnologie elettroniche di punta dell'epoca a fini militari. Lo studio iniziò il 31 marzo del '52 con un documento nel quale si spiegava che suoi obiettivi principali erano:

  • fornire un gruppo di consulenti;
  • collaborare al miglioramento dei questionari d'avvistamento;
  • analizzare i rapporti d'avvistamento già esistenti;
  • abbonarsi ad un servizio stampa per ottenere tutti gli articoli sull'argomento;
  • informare l'USAF, il committente del lavoro, ogni mese circa i progressi fatti.[2]

Il Battelle procedette con rapidità ad inserire i dati dei casi di cui disponeva su schede perforate per una codifica meccanografica destinata ad uno dei migliori calcolatori IBM del tempo, ma lo stesso lavoro del gruppo fu investito dalle conseguenze della grande ondata di avvistamenti dell'estate '52, che produsse un altissimo numero di non identificati. Il lavoro avrebbe dovuto concludersi, secondo il contratto, il 1° ottobre del 1953, ma a quanto ricostruito proseguì sino alla primavera del '55. 

Nel corso delle attività il Battelle produsse una lunga serie di interessanti rapporti interinali ("Status reports") contenenti considerazioni metodologiche e discussioni su parecchi punti.

Contenuti del rapporto e valutazioni su di esso 

Lo studio del Battelle Institute comportò l'analisi di un totale di 3201 casi.

Essi derivavano da quanto i militari americani avevano raccolto a partire dall'estate 1947, da un certo numero di questionari del tipo creato dallo stesso Battelle e da alcune lettere provenienti da testimoni considerati attendibili.

I casi utili per una valutazione furono suddivisi in nove gruppi:

  • palloni
  • corpi astronomici
  • fenomeni di rifrazione della luce
  • uccelli
  • nuvole e polveri atmosferiche
  • casi con informazioni insufficienti
  • cause psicologiche
  • altre cause
  • casi non identificati

Il parere sui singoli casi si basava sul giudizio di un valutatore che studiava le informazioni disponibili. Dopo, un membro del gruppo di lavoro addetto alle identificazioni valutava a sua volta il caso senza sapere a quali conclusioni era giunto il primo.

Se i due erano giunti alla stessa conclusione, questa diventava la spiegazione accettata. Ma questo soltanto se uno dei due NON riteneva il caso non identificato. Se uno o entrambi i valutatori emettevano un parere di non identificazione, il caso passava all'esame dell'intero gruppo. Se invece c'era discordanza su una speigazione convenzionale, allora ai due si aggiungeva un altro o degli altri valutatori.

I casi non identificati erano definiti come:

quei rapporti d'avvistamento in cui la descrizione dell'oggetto e le sue manovre non potevano esser riferite a caratteristiche di nessun oggetto o fenomeno conosciuto.

Il Battelle applicò vari test statistici ai suoi campioni, in primo luogo quello del chi quadrato, destinato in modo specifico a valutare il grado di possibilità che due popolazioni statistiche una binomiale ed un multinomiale possiedano differenze significative.

La conclusione fu che non era stato possibile reperire nei dati "nessuna tendenza, costante o correlazione" e che era del tutto improbabile che i non identificati fossero significativi, giacché i rapporti migliori e di più alta qualità, studiati in modo isolato, "non rivelavano alcun modello neanche approssimativo".

Il 25 ottobre 1955 lo stesso segretario per l'Aeronautica, Donald A. Quarles, emise un comunicato stampa, ripreso in tutto il mondo, in cui l'USAF dichiarava in sostanza che i non identificati non erano un residuo significativo. Questo punto di vista detterà la posizione standard dell'Aeronautica americana sino alla fine della sua attività sistematica sull'argomento, ossia sino alla fine del 1969.

Subito dopo la sua pubblicizzazione, però, il Rapporto del Battelle Institute fu reso disponibile a tutti, ed allora ne iniziò un esame assai più approfondito da parte degli studiosi di ufologia.

Il primo, nel '56, fu Leon Davidson, che aveva lavorato presso i Laboratori Scientifici di Los Alamos e si occupava del fenomeno insieme ad alcuni scienziati e tecnici sin dai primi anni '50. Fu lui a notare che i casi non identificati costituivano esattamente un terzo di tutti quelli per i quali l'attendibilità era stata valutata eccellente dal Battelle.

Malgrado le conclusioni avessero rifiutato la possibilità che i non identificati costituissero un fenomeno nuovo, il test del chi quadrato, per ammissione dello stesso testo, aveva dato un risultato secondo il quale "la probabilità che non identificati ed identificati fossero gli stessi".

In seguito intervennero le analisi del fisico ed ufologo Stanton T. Friedman. Friedman è un sostenitore convinto dell'ipotesi extraterrestre per gli UFO. Ebbene, egli ha contestato la stima del 3% di non identificati fatta dal Battelle, affermando che essa si riferiva ad un solo gruppo di 131 casi circa i quali, nei mesi precedenti la pubblicazione del rapporto, avvenuta nell'ottobre 1955, l'USAF, che voleva liberarsi del problema degli UFO, aveva fatto capire di gradire una riduzione di quella proporzione. 

Friedman fa invece notare che al crescere della qualità informativa dei rapporti cresceva anche il numero dei non identificati. In seguito ha fatto notare anch'egli che i casi non spiegati descrivevano dal punto di vista fenomenologico fenomeni dal comportamento assai diverso da quello degli identificati[3][4].

Anche J. A. Hynek nel suo libro del 1977 "The Hynek UFO Report"[5]espresse forte stupore per il fatto che nel rapporto vi fosse un così grave fraintendimento dei risultati dei test del chi quadrato.

Analisi più approfondite e recenti sono quelle del fisico ottico ed ufologo Bruce Maccabee, il quale ha rilevato come nel rapporto gli osservatori meglio qualificati rendono testimonianze migliori in termini di quantità d'informazione e come le testimonianze migliori siano quelle che hanno maggiori possibilità di essere valutate come non identificati, mentre gli osservatori più modesti rendono testimonianze peggiori e che hanno assai minori possibilità di essere classificate come UFO.

Inoltre, la maggior parte dei non identificati presentano durate superiori a quelle dei casi spiegati.

Nei suoi due lavori sull'argomento Maccabee ricostruisce vari tentativi che gli analisti del Battelle Institute fecero per cercare di ricondurre i non identificati al gruppo degli identificati, fino a quello che per lui è un paradosso logico: sebbene esistesse già una categoria di casi "con informazioni insufficienti", costoro ricorsero all'artificio retorico secondo il quale i non identificati erano comunque dei fatti convenzionali non riconosciuti soltanto per "indisponibilità di dati supplementari". Un concetto che, in varie forme, ricorrerà più volte, nei decenni successivi, nel discorso di studiosi scettici di vario orientamento ed estrazione.

Secondo Maccabee l'analisi dettagliata delle operazioni svolte farebbe concludere che la probabilità che le caratteristiche di colore, di durata delle osservazioni, di numero dei corpi, delle loro caratteristiche luminose, di forma e di velocità dei non identificati sia riconducibile a quelle analoghe dei casi spiegati è paragonabile al prodotto delle probabilità dei test sulle sei categorie, ossia 0,000000000625, cioè - in termini più discorsivi - molto inferiore all'1%[6][7].

Infine, nei primi anni '90, due studiosi del CUFOS statunitense hanno rintracciato ed intervistato a lungo tre fra coloro che fecero parte del gruppo di lavoro sui dati UFO del Battelle Institute. L'opinione espressa al termine di questo lavoro di ricostruzione storica è che si trattò di un lavoro fatto di cattiva voglia e che impegnò poco chi vi era destinato. 

Sulla base di quanto narrato dai suoi protagonisti, la formazione ingegneristica dei partecipanti al gruppo, assai più interessati a capire se dietro gli UFO potessero esserci tecnologie aeronautiche sovietiche potrebbe essere invocato come il motivo per il quale gli uomini del Battelle non sempre si mossero con disinvoltura con gli strumenti della statistica descrittiva. D'altro canto, nel 1953 le possibilità di questa scienza d'indagare su dati provenienti dalla testimonianza umana e non da strumenti di misura per cercare di costruire fra di essi delle relazioni erano ancora piuttosto rudimentali. 

L'impossibilità di costruire un modello di UFO come "velivolo" sulla base di dodici casi selezionati li deluse oltremodo: preferirono sottovalutare i test statistici derivanti dalle testimonianze e concludere che quei dati, nei termini ai loro occhi rilevanti, non erano significativi e che dunque - come scrissero  con un certo candore - essi molto probabilmente non "rappresentavano osservazioni di una classe di dischi volanti"[8].

Fonti

  1. Davidson, Leon (1971). Flying Saucers: An Analysis of the Air Force Project Blue Book Special Report No. 14. White Plains (New York): Presso l'autore
  2. Clark, Jerome (1998). The UFO Encyclopedia. Volume II: L-Z. Detroit: Omnigraphics. 742-745
  3. Friedman, Stanton T. (1971). UFOs - Myth and Mystery. In: 1971 Midwest UFO Conference. O'Fallon (Missouri): UFO Study Group of Greater St. Louis
  4. Friedman, Stanton T. (1971). The Case for the Extraterrestrial Origin of Flying Saucers. In: MUFON 1979 UFO Symposium Proceedings. Seguin (Texas): MUFON
  5. Hynek, Josef Allen (1978): Rapporto sugli UFO. Milano: Mondadori
  6. Maccabee, Bruce (1979). Project Blue Book Special Report No. 14. Evanston (Illinois): CUFOS
  7. Maccabee, Bruce (1983). Scientific Investigation of Unidentified Flying Objects. Journal of UFO Studies. Parte I. 1. 70-92; Parte II. 3. 24-52
  8. Ziedman, Jennie & Rodeghier, Mark (1993). The Pentacle Letter and the Battelle UFO Project. International UFO Reporter. 3(18). maggio-giugno. 4-12, 19-21