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Catalogo nazionale italiano
Da WikiUFO.
Il Catalogo Nazionale Italiano degli avvistamenti UFO raccoglie tutte le segnalazioni dei testimoni avvenute sul suolo italiano.
Indice |
Cenni storici
La raccolta e catalogazione della casistica è sempre stata uno degli obiettivi statutari del CISU: ancor prima che il CISU nascesse, tuttavia, i suoi fondatori curavano da tempo questa attività in seno al CUN. Le origini del catalogo nazionale si possono far risalire così al "Catalogo Regionale Piemonte-Valle d'Aosta", del 1979[1], seguito l'anno successivo dal primo tentativo di coordinare attività analoghe nelle altre province e regioni italiane. Nasceva così il Progetto Cataloghi Regionali, coordinato a livello nazionale dalla segreteria del CUN, nella fattispecie dal gruppo torinese di E. Russo, M. Nebbia e G. P.Grassino.
Intanto l'avvento dei personal computer negli anni '80[2] contribuì a dare impulso a questa attività: risale così al 1981-1982 il primo tentativo di catalogazione informatica della casistica italiana, ad opera di E. Russo. Col diffondersi dei PC fu necessario coordinare le attività di utilizzo ufologico di questo nuovo strumento: la Rete Ufologica Computerizzata nacque nel 1985 precisamente con questo scopo, e in poco più di un anno permise di realizzare diversi cataloghi sia generali che specializzati.
Nel 1985, con la separazione del CISU dal CUN, il Progetto venne di fatto ereditato dal primo[3], e fu organizzato in base a una logica di decentramento degli archivi alle sezioni locali: tutto il materiale inerente alla casistica veniva così duplicato (una copia all'archivio centrale, una all'archivio locale) per permetterne una migliore fruibilità. Nel frattempo l'informatizzazione dei dati portò, nel 1991, alla realizzazione del primo Catalogo Nazionale della casistica ufologica italiana, con oltre 10.000 casi catalogati.
I cataloghi regionali continuarono ad essere aggiornati durante gli anni '90, pur con rallentamenti e difficoltà per il coordinamento a livello nazionale. Dal 2000 il Progetto ha potuto avvalersi di una mailing list dedicata allo scambio di informazioni sulla casistica, facilitando così l'aggiornamento degli archivi e il coordinamento della raccolta di materiale. L'uso sempre più massiccio dell'informatica e della telematica permise, a partire dal 2001, un maggior accentramento della funzione di catalogazione della casistica, dando luogo così ad un Catalogo Nazionale aggiornato in modo più o meno costante e non più concepito come la semplice somma dei cataloghi regionali.
Struttura
La struttura del Catalogo Nazionale ha subito col tempo diverse modifiche. Inizialmente il tracciato record prevedeva solo i campi essenziali come il codice, la data (giorno, mese, anno e ora), il luogo (comune, provincia e regione), il tipo dell'avvistamento (con informazioni aggiuntive nel sottotipo), la identificazione se nota, le fonti ed eventualmente un riassunto.
La progressiva informatizzazione degli archivi rese possibile un maggior dettaglio delle informazioni presenti nel catalogo, e al contempo rese necessaria una maggior precisione nella codifica delle informazioni: la prima definizione formale delle convenzioni usate nell'ambito dei cataloghi regionali fu preparata nel 1998 da U. Cordier[4], e rappresentò la base per tutti i successivi sviluppi del Catalogo Nazionale. Con l'accentramento dell'attività di catalogazione a livello nazionale il Catalogo subì una consistente revisione della sua struttura per permettere un più agevole trattamento dei dati a fini statistici e di studio. Ad esempio furono introdotti campi appositi per la durata dell'avvistamento o per la presenza di un questionario compilato dal testimone.
La struttura attuale del Catalogo è divenuta pertanto più complessa, e prevede i seguenti campi principali[5]:
- Codice del caso
- Giorno di inizio dell'avvistamento
- Mese di inizio dell'avvistamento
- Anno di inizio dell'avvistamento
- Ora di inizio dell'avvistamento
- Comune in cui il testimone si trovava all'inizio dell'avvistamento
- Località precisa, in cui il testimone si trovava all'inizio dell'avvistamento
- Provincia del comune
- Regione del comune
- Settore geografico del comune (Nord, Centro o Sud Italia)
- Tipo dell'avvistamento, secondo la classificazione Hynek modificata
- Sottotipo dell'avvistamento
- Tipo dell'avvistamento secondo la classificazione Vallée
- Probabilità di identificazione dell'avvistamento
- Causa di Identificazione dell'avvistamento
- Codice dell'evento cui l'avvistamento si riferisce[6]
- Affidabilità della segnalazione
- Veridicità della segnalazione
- Attendibilità della fonte secondo lo schema di valutazione di Vallée
- Attendibilità dell'indagine secondo lo schema di valutazione di Vallée
- Grado di spiegabilità dell'avvistamento secondo lo schema di valutazione di Vallée
- Forma dell'oggetto avvistato
- Colore dell'oggetto avvistato
- Condizioni meteorologiche durante l'avvistamento
- Tipo di traiettoria dell'oggetto avvistato
- Distanza minima dal testimone dell'oggetto avvistato
- Numero di oggetti avvistati
- Numero di testimoni
- Durata dell'evento
- Descrizione dell'evento
- Fonti
- Tipo di fonte
Aggiornamento e diffusione dei risultati
In circostanze normali, il Catalogo viene aggiornato con frequenza giornaliera o settimanale, ma gli aggiornamenti ufficiali della casistica vengono rilasciati con una frequenza mensile, intorno alla metà del mese. Tali aggiornamenti mensili, relativi al mese appena concluso, riassumono i principali tratti della casistica insieme ad alcune statistiche illustrative. I dati sono pubblicati tramite gli appositi canali telematici a disposizione del CISU.
Analisi e approfondimenti sulla casistica
Uno degli obiettivi principali della catalogazione informatica della casistica è naturalmente quello di usare i dati a scopo di studio: un esempio è dato dal confronto del numero totale di segnalazioni note con il numero potenziale stimato in base ad alcuni sondaggi d'opinione[7], per fare luce sul cosiddetto problema della punta dell'iceberg. Un altro esempio riguarda invece la stagionalità degli avvistamenti ufologici, in particolare il fatto che tendenzialmente si vedano più UFO in estate che in inverno.
Osservazioni e critiche
Una critica comune ai cataloghi ufologici in genere riguarda il fatto che il numero di avvistamenti sarebbe falsato dall'inclusione nel catalogo di elementi spuri, come i casi para-ufologici o i casi già identificati. In realtà il fatto che tali avvistamenti siano ben contrassegnati da appositi valori nel catalogo (ad esempio il campo "identificazione") permette di separare efficacemente le diverse categorie di avvistamenti, evitando così di produrre statistiche non rappresentative.
Un'altra critica, suggerita da Vallée, si riferisce invece alla moltiplicazione dei casi dovuta ai flap. Anche in questo caso, l'esistenza di un campo apposito per specificare il "codice evento" di un certo avvistamento permette di calcolare rapidamente quanti eventi distinti (invece di quanti avvistamenti distinti) si sono verificati, superando così l'obiezione di Vallée.
Note
- ↑ "U.F.O. in Piemonte" (1979). Ufologia (suppl. a Clypeus (54)), 19-22
- ↑ I primi usi del PC in ambito ufologico risalgono in realtà agli anni '70, ad esempio con l'UFOCAT di D. Saunders
- ↑ Le persone che coordinavano il Progetto rimasero tuttavia le medesime, essendosi spostate nella nuova associazione
- ↑ Cordier, Umberto (1998). Criteri e metodi per la catalogazione ufologica e paraufologica.
- ↑ La lista non è esaustiva, dato che alcuni campi sono solo di servizio e non riguardano strettamente le caratteristiche degli avvistamenti catalogati. I campi indicati in grassetto sono obbligatori.
- ↑ Per evento si intende qui il fenomeno che ha dato origine all'avvistamento. Un medesimo evento può infatti dar luogo a diversi avvistamenti, come in un flap.
- ↑ Russo, Edoardo (1987). "UFO: cosa ne pensano gli italiani". UFO - Rivista di informazione ufologica, (4), 1-4.
Riferimenti
- Verga, Maurizio (1986). "Computer e UFO". UFO - Rivista di informazione ufologica, (2), 10-16.