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McDonald James

Da WikiUFO.

Versione del 10:36, 12 nov 2008, autore: Giuseppe Stilo (discussione | contributi)
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Indice

McDonald, James Edward

James E. McDonald è stato un fisico atmosferico ed ufologo statunitense (Duluth, Minnesota, 7 maggio 1920 - Tucson, Arizona, 13 giugno 1971), ed uno dei più significativi esponenti dell'intera disciplina ufologica. 


Formazione e carriera universitaria

McDonald conseguì dapprima, nel 1945, un M.S. in chimica presso il Massachusetts Institute of Technology (MIT) e, nel 1951, un Ph.D. in fisica della meteorologia presso la Iowa State University. Dopo un anno presso la University of Chicago, nel '52 fu assunto presso l'Istituto di Fisica Atmosferica dell'Università dell'Arizona, presso la quale ricoprirà dal '54 dapprima a cattedra di docente associato di fisica e poi, dal '58 sino alla morte, quella di ordinario. Sempre nel 1958 diventò decano dell'Istituto di Fisica Atmosferica. Fu uno dei massimi studiosi di fisica delle nubi ed un'autorità internazionale nella ricerca meteorologica[1].

Nel 1965 fu nominato membro del Comitato per lo studio dei cambiamenti meteorologici della National Academy of Scieces e, nel '66, del Comitato di consulenza sulle tempeste della US Navy.

Un interesse riservato

E' abbastanza noto che McDonald fu uno dei protagonisti del dibattito pubblico sul problema UFO a partire dalla primavera del 1966 ed in pratica sino alla sua scomparsa.

Tuttavia, l'interesse attivo e di alto profilo intellettuale dello scienziato per questi fenomeni risale alla sua gioventù. A quanto pare esso fu catalizzato da un'esperienza osservativa personale, verificatasi il 10 gennaio del 1954 mentre con altre tre persone fra le quali altri due meteorologi viaggiava in auto nel deserto dell'Arizona. L'incapacità di trovare una spiegazione a quanto aveva visto lo spinse a inviare quello stesso mese una relazione al Dipartimento della Difesa. Sebbene questo episodio non modificasse subito il corso delle azioni di McDonald, esso fece partire una riflessione che dal 1958 si trasformò in una lunga serie di indagini condotte nella più totale riservatezza su avvistamenti che si verificavano in Arizona e dei quali McDonald giungeva a conoscenza. Quelle indagini costituiscono tuttora degli esempi di scrupolo, di acribia e di logica perfettamente utilizzabili dall'investigatore moderno.

Sempre nel '58 McDonald iniziò una collaborazione informale con la più importante associazione ufologica statunitense del tempo, il NICAP, che aveva sede a Washington, ed in particolare con il suo vice-direttore, Richard H. Hall, che poi sarà un forte sostenitore dei cinque anni di azione pubblica dello scienziato.

Allo stesso tempo, McDonald esprimeva le sue critiche sia per il modo in cui il Progetto Blue Book era condotto, sia per l'irrilevanza scientifica degli scritti del direttore del NICAP, il giornalista Donald E. Keyhoe, sostenitore dell'origine extraterrestre degli UFO.

Nell'agone pubblico

Con l'esplosione dell'interesse pubblico per gli UFO causato dall'ondata di avvistamenti veriticatasi nel Michigan nel marzo del 1966 e con le polemiche seguite al coinvolgimento in essa di J. A. Hynek, McDonald ritenne fosse giunto il momento per farsi avanti pubblicamente. Chiese al presidente del comitato per le scienze atmosferiche della National Academy of Sciences di attivarsi per la creazione di un piccolo gruppo di scienziati che potessero accedere alle testimonianze detenute ancora dai militari, ma la concomitanza con l'avvio della Commissione Condon dell'Università del Colorado rese subito tale possibilità del tutto remota.

Tuttavia, McDonald ottenne un piccolo finanziamento pubblico ed il permesso di consultare gli archivi del Blue Book, che aveva sede presso la base aerea Wright-Patterson di Dayton, nell'Ohio. Qui fece una scoperta che lo colpì profondamente. Ebbe modo di vedere una copia integrale - allora classificata come segreta - del rapporto della Commissione Robertson sugli UFO organizzata dalla CIA nel gennaio del 1953. Le sue raccomandazioni, in realtà mai adottate in pieno, pur scettiche consigliavano di continuare ad occuparsi del problema ma, secondo il clima politico-sociale della prima Guerra Fredda, paventavano che le continue ondate di avvistamenti riportate dalla stampa potessero creare problemi al flusso delle comunicazioni in caso di crisi internazionali. Pertanto, la raccomandazione era quella di seguire una politica di diminuzione dell'interesse popolare per il problema.

Questo documento, poi rapidamente filtrato alla stampa e reso accessibile in modo definitivo nel 1975, fu considerato da McDonald la prova dell'esistenza di una politica sistematica di negazione della realtà del fenomeno UFO decisa dalla CIA. L'evidenza documentale mostra oggi che McDonald aveva torto, ma la sua denuncia di questa scoperta segnerà uno storico punto di svolta per la definitiva perdita di fiducia da parte degli appassionati circa le posizioni delle pubbliche autorità sul problema.

In parte legata a questa scoperta, in parte dovuta al suo atteggiamento generale verso le questioni che lo appassionavano, deve considerarsi il rapporto non facile che McDonald ebbe con Hynek.

L'8 giugno 1966, due giorni dopo la consultazione degli archivi del Progetto Blue Book, McDonald ebbe un incontro con l'astronomo presso il Lindheimer Observatory, alla presenza di J. Vallee, che in seguito annoterà nei suoi diari come dovette intervenire per riportare la calma fra i due prima che l'alterco degenerasse. Vallee intervenne sostenendo che se Hynek si fosse fatto avanti prima sostenendo la ricerca sugli UFO, il risultato più probabile della sua uscita sarebbe stato la rescissione del contratto di consulenza che aveva con l'USAF e dunque la totale esclusione dal flusso informativo sul fenomeno. McDonald però ribattè che a suo avviso la decisione di uscire allo scoperto avrebbe dovuto essere assunta da Hynek - che era al corrente dei lavori della Commissione Robertson - sin dal 1953.

Quel giorno Vallee annotò nei suoi diari: "è chiaro che un'era è giunta alla fine con un vero crollo. Quell'uomo [McDonald] ha molti rapporti di collaborazione, molte idee, e non ha paura di niente".

In questa prima fase McDonald cercò di agire sul processo d'avvio dei lavori della Commissione Condon, la cui logica burocratica e del tutto scettica sul problema non gli fu subito evidente ma, quasi subito negatagli questa possibilità, ritenne che un'agenzia pubblica alla quale rivolgersi in alternativa a quanto stava facendo il Dipartimento della Difesa fosse la NASA. Di concerto con Richard Hall, del NICAP, il fisico organizzò una sua conferenza stampa per il 4 ottobre 1966 mentre cercava di sondare l'ente spaziale americano, ma i suoi contenuti passarono in secondo piano di fronte al clamore per l'annuncio, quasi contemporaneo, dell'avvio dei lavori della Commissione Condon.

Anche se definita con una parafrasi l'ipotesi "meno indesiderabile" (least undesiderable hypothesis), quella che gli UFO fossero velivoli extraterrestri appariva a McDonald la più plausibile.

McDonald agì in due direzioni diverse. Da un lato, si mosse con grande energia tenendo un numero assai elevato di conferenze, di interventi e discorsi rivolti ad associazioni culturali e di categoria, a gruppi di scienziati, a persone infulenti e così via. Allo stesso tempo, egli effettuava parecchie inchieste su casi nuovi di particolare interesse ed insieme reinchiestava in modo assai più completo episodi del passato recente in cui gli accertamenti operati dal Blue Book gli erano parsi del tutto inadeguati, superficiali e lontani da qualsiasi metodologia di tipo scientifico.

Tra il 1966 ed il 1971 McDonald intervistò, di persona o per telefono, centinaia di testimoni, redigendo rapporti e note d'indagine con uno scrupolo ed una precisione rimasti proverbiali. Già da sola questa parte dei suoi archivi costituisce una documentazione di grande rilevanza circa un modo per affrontare in modo diretto e sistematico il problema delle testimonianze.

Fra tutti, occorre menzionare almeno il magistrale studio del caso radar-visuale che il 17 luglio 1957 coinvolse sul Golfo del Messico un aereo da ricognizione strategica RB-47H dell'USAF, oggi considerato come uno dei "super-classici" di prima grandezza della casistica ufologica.

La frustrazione di McDonald era accresciuta dal fatto che mentre lui si dedicava, con pochi altri studiosi provetti, alla costruzione dei dati, Edward Condon, capo della commissione incaricata presso l'Università del Colorado, non solo non mostrava interesse per l'indagine diretta dei casi promettenti, ma dedicava spazio, interesse e dichiarazioni pubbliche agli aspetti mitologici del problema o ai tanti episodi spiegabili con facilità con cause convenzionali.

L'idea di scrivere un libro per contrastare le conclusioni della Commissione Condon non fu mai portato a termine. Tuttavia, egli continuava ad indagare ed a sostenere in pubblico le sue posizioni. E' rimasta celebre la presentazione fatta nel dicembre del 1969 in occasione del simposio sugli UFO tenuto presso l'American Association for the Advancement of Science, intitolata "Science in Default"[2], disponibile in versione francese qui. Molto interessante rimane pure "UFOs: Greatest Scientific Problem of Our Times?", uno dei suoi pochi scritti resi anche in italiano[3] .

McDonald e il "memorandum Low"

La questione del coinvolgimento di McDonald nella scoperta del documento noto come "memorandum Low" costituisce uno degli aspetti più noti della storia ufologica dello scienziato e dell'intera prima fase della storia dell'ufologia contemporanea. Tuttavia, per quanto essa abbia segnato sia lui sia la storiografia ufologica, la distanza che ormai intercorre da quei fatti deve far dire che le valutazioni più recenti della sua attività riportano in primo piano la dimensione più strettamente scientifica del suo impegno rispetto a quella di polemista che, per tradizione, emerge invece da questa specifica vicenda. Nella prima metà del 1967 McDonald era in rapporti piuttosto stretti con vari collaboratori della Commissione Condon, in specie con lo psicologo dell'Università del Colorado David R. Saunders, poi divenuto uno studioso di ufologia, con l'ingegnere elettronico Norman Levine, dell'Università dell'Arizona e con l'astronomo ed analista fotografico William K. Hartmann, ancora dell'Università dell'Arizona. Con loro discuteva progetti per uno studio del fenomeno che fosse indipendente dal contratto di consulenza in corso ed aveva appreso dell'atteggiamento prevenuto del coordinatore del progetto e funzionario dell'Università del Colorado, Robert J. Low. Nel mese di luglio un membro della commissione, Roy Craig, scoprì negli uffici dell'Università copia di una lettera risalente a undici mesi prima, con la quale Low discuteva con due professori dell'opportunità di accettare la proposta di contratto per lo studio sugli UFO avanzata dall'USAF. Questa lettera enunciava con chiarezza l'opportunità di tenere durante lo studio un doppio atteggiamento: uno di obiettività nei confronti del pubblico, ma di totale mancanza di aspettative di un risultato positivo quando ci si doveva rivolgere alla comunità scientifica. Colpito, Craig mostrò la lettera a Levine, che la trasmise a Saunders. Quest'ultimo era in buoni rapporti con il direttore dell'associazione ufologica NICAP, il giornalista Donald E. Keyhoe che, scandalizzato, ne fece avere a sua volta il contenuto a McDonald. Senza frapporre indugi, McDonald scrisse a Low per protestare. Il 6 febbraio, il giorno dopo aver ricevuto la ferma protesta dello scienziato, Low rescisse il contratto di consulenza con Saunders e Levine. Subito la storia filtrò alla stampa e Condon minacciò di muovere causa a McDonald. Il 30 aprile Keyhoe diffuse alla stampa l'intero testo della lettera e la polemica giunse sino a periodici come "Science". Conseguenza ultima fu addirittua la convocazione di una seduta della Comitato della Camera dei Deputari per la Scienza e l'Astronautica in cui furono chiamati a testimoniare sul fenomeno UFO l'astrofisico J. A. Hynek, gli psicologi J. A. Harder e R. M. L. Baker, l'astrofisico Carl Sagan e lo stesso McDonald, che si trovò in prima fila davanti alle autorità pubbliche per promuovere la necessità di una più ampia e davvero obiettiva analisi del problema [4].

Lo scontro con gli scettici

In una prima fase, McDonald si trovò a confrontarsi con i tentativi di spiegazione dei casi, a volte del tutto inadeguati, che uno scettico della prima generazione, l'astronomo Donald H. Menzel, sin dai primi anni dell'era ufologica contemporanea conduceva scrivendo libri ed articoli. McDonald si appuntò in specie sull'insufficienza dei processi di rifrazione della luce atmosferica, a lui notissimi, come causa di un certo numero di casi celebri che Menzel invocava per ricondurli soprattutto ad inversioni del gradiente termico dell'atmosfera.

In realtà, però, gli scontri più aspri sostenuti dal fisico ebbero per controparte uno scettico della generazione succesiva, ossia il giornalista aeronautica Philip J. Klass, che era entrato nella scena  pubblica con un lungo articolo apparso il 22 agosto del 1966 sulla rivista "Aviation Week & Space Technology". In questa prima fase Klass sosteneva che molti casi ufologici erano dovuti a plasmi atmosferici. 

Ancora una volta McDonald era nel suo campo  di competenza speciale. Quando Klass tentò di render ragione di eventi come l'incontro ravvicinato verificatosi a Socorro, nel Nuovo Messico, il 24 aprile 1964 allora McDonald emise pareri di questo tipo:

"I casi UFO più provocatori sono quelli in cui ci sono avvistamenti di 'oggetti strutturati dall'aspetto di macchine, di natura del tutto non convenzionale, visti da vicino,descritti da testimoni la cui credibilità non pare discutibile. Il modo usato da Klass per confrontarsi da vicino con simili casi è stato quello di suggerire che si siano verificati dei fenomeni ipnotici o degli effetti simili a quelli che si hanno nel test proiettivo di Rorschach, che farebbero vedere ai testimoni i plasmoidi come se fossero dei veicoli strutturati...[5]"

A questo punto Klass spostò gli attacchi su un piano differente. Privo della competenza per discutere da pari con McDonald, egli intraprese quelli che non è esagerato descrivere come degli attacchi ad hominem. Non solo condusse una campagna accusandolo di usare piccole somme pubbliche per occuparsi del problema UFO, ma scrisse una gran quantità di circolari il cui scopo era quello di dimostrare che McDonald aveva mentito in molte occasioni, né più né meno.

Uno degli studi più interessanti sull'operato di McDonald è probabilmente costituito da una tesi di dottorato realizzata nel 1975. Circa la violenta controversia con McDonald così si espresse l'Autore di quel lavoro, che si può leggere in francese qui:

"Pare chiaro che Klass e McDonald usavano due stili diversi. McDonald si batteva, nei confronti della teoria di Klass con scritti e discorsi, secondo lo stile scientifico tradizionale della critica. E' vero che lo faceva con quella enorme foga che caratterizzava tutto ciò che faceva, e tuttavia egli si mantenne nei confini di un'accettabile disputa accademica. Klass invece oltrepassò il segno. Questo potrebbe essere avvenuto perché, come asseriva Klass, McDonald si era rifiutato di dibattere con lui in pubblico e perché non riusciva a trovare spazio per le sue opinioni. Però egli controbatteva in un modo del tutto irrituale (le circolari) e seguendo delle prassi amministrative (criticando l'impiego di alcuni fondi pubblici da parte del fisico). Prima di correre alle conclusioni, occorre ricordare che le tattiche impiegate da McDonald contro gli studi di Condon furono molto simili. Potremmo allora concludere che gli estremisti hanno la tendenza ad usare delle tattiche estreme" [6] 

La tragedia

Da un lato, la determinazione spinta forse oltre i limiti della ragionevolezza stava via via isolando McDonald dall'ambiente accademico, dall'altro nelle sue attività di scienziato, anche quando essa non aveva niente a che vedere con gli UFO, lo stigma sociale derivante dalla sua passione era utilizzato quale argomento per sminuirne il prestigio. E' quanto accadde, ad esempio, quando nel marzo del 1971 si presentò davanti all'apposita Commissione della Camera dei Deputati per discutere i rischi ambientali legati all'introduzione di aerei di linea ipersonici, allora assai dibattuti.

Anche le tecniche impiegate da suoi critici radicali quali P. J. Klass ne stavano minando la serenità e l'azione.

A quanto pare, il colpo definitivo al suo equilibrio psicologico derivò dalla crisi matrimoniale in cui era entrato da tempo. Quando il rapporto con la moglie peggiorò, dapprima, nella primavera del 1971 tentò il suicidio sparandosi un colpo alla testa, ma, pur feritosi in modo grave, sopravvisse. Si sottrasse alla sorveglianza del reparto di psichiatria del V. A. Medical Center di Tucson e la mattina del 13 giugno si tolse la vita sparandosi di nuovo. 

Vi sono pochi dubbi che la sua tragica scomparsa abbia privato l'ufologia degli Anni 70 di colui che non è esagerato definire il più importante personaggio che avesse calcato la scena dell'intero spettacolo che stava andando in mostra.

L'intera sua statura intellettuale ed etica richiede ancora di essere esplorata a fondo, ma un contributo decisivo alla sua comprensione è giunto senz'altro dalle estese ricerche biografiche condotte dall'ufologa americana Ann Druffel, che su McDonald ha prodotto un ineludibile lavoro di riferimento[7].

 

Fonti e note

  1. McDonald, James E. (1956). The Physics of Cloud Modification. Advances in Geophysics. 5. Questo saggio fu considerato a suo tempo un lavoro di riferimento sulla questione.
  2. McDonald, James E. (1972) Science in Default: Twenty-Two Years of Inadequate UFO Investigations, in: Sagan, Carl & Page, Thornton (a cura di). UFOs - A Scientific Debate. Ithaca: Cornell University Press. 52-122
  3. McDonald, James E. (1972). UFOs: Greatest Scientific Problem of Our Times?. Tucson: Presso l'Autore. Trad. it.: (1977). Gli UFO e la scienza. Roma: Fanucci.
  4. Clark, Jerome (1998). The UFO Encyclopedia. Volume II: L-Z. Detroit: Omnigraphics. 592-599
  5. McDonald, James E. (1968). UFOs: An International Scientific Problem. Tucson: Presso l'Autore
  6. McCarthy, Paul (1975). Politicking and Paradigm Shifting: James McDonald and the UFO Case Study. Honolulu: Tesi di dottorato presso l'Università delle Hawaii. Dicembre.
  7. Druffel, Ann (2003). Firestorm. Dr. James E. McDonald Fight for UFO Science. Columbus: Wild Flower Press