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Commissione Condon

Da WikiUFO.

"Commissione Condon" è il nome sotto il quale è noto il progetto di ricerca sul fenomeno UFO che fu condotto dall'ottobre del 1966 alla fine del 1968 da vari scienziati che lavoravano presso l'Università del Colorado, a Boulder e da alcuni altri studiosi di altre istituzioni. Segnato quasi subito al suo stesso interno da forti polemiche circa l'atteggiamento da assumere nei confronti dell'intero problema, le sue conclusioni scettiche sulla rilevanza del problema degli UFO presentano contraddizioni dimostrabili con il contenuto di diverse parti del voluminoso rapporto finale prodotto da coloro stessi che presero parte alle attività progettuali.

La Commissione Condon segnò un vero punto di svolta nell'atteggiamento delle autorità pubbliche degli Stati Uniti, destinato a caratterizzare l'intera storiografia ufologica.


Indice

Genesi del progetto

Sin dalla fine degli anni '50 l'aeronautica militare americana, che si occupava in modo ufficiale dei fenomeni UFO dalla fine del 1947 ma che nella sostanza vi si era accostata sin dai primissimi giorni di esso, ossia dagli inizi dell'estate di quell'anno, aveva perso qualsiasi interesse per la questione e si era messa alla ricerca di un'altra istituzione cui passare la responsabilità di un argomento caratterizzato dal ridicolo e per il quale era stata spesso criticata con l'accusa di sperpero di denaro pubblico.

L'USAF esperì vari tentativi nei riguardi della NASA, della National Science Foundation (NAS) e di istituti di ricerca importanti quali la Smithsonian Institution e la Brookings Institution, ma senza che queste dimostrassero alcuna seria intenzione di assumersi l'onere della vicenda.

Il meccanismo che di lì a poco più di un anno si mise in moto nell'estate del 1965, quando il consulente astronomico del progetto Blue Book, J. A. Hynek, di fronte all'esplosione di una nuova ondata di avvistamenti che colse l'USAF del tutto impreparata e poco desiderosa di farvi fronte, suggerì ai militari la convocazione di un panel di scienziati con lo scopo di un riesame generale del problema. 

Cogliendo l'opportunità che pareva intravedersi, il direttore dell'AFOSI, il servizio informazioni dell'USAF, maggior generale LeBailly, adottò le raccomandazioni di Hynek e chiese al comitato di consulenza scientifica dell'Aeronautica di attivarsi in tal senso. 

Il 3 febbraio 1966 vi fu una riunione di questo comitato di consulenza. Coloro che vi intervennero erano in genere non ben disposti circa i fenomeni UFO: non di meno, costoro raccomandarono all'USAF di coinvolgere in un nuovo studio generale del problema qualche gruppo di ricercatori da ingaggiare presso un'università statunitense. 

Di fronte alla ancora più clamorosa ondata di avvistamenti del marzo 1966, lo stesso segretario all'aeronautica, Harold Brown, il 5 aprile dichiarò davanti al comitato per le forze armate della Camera dei rappresentanti che era giunto il momento di accostarsi al problema dando maggior enfasi agli aspetti scientifici e non più a quelli della sicurezza militare che diciannove anni prima avevano mosso l'aeronautica.

L'idea dell'USAF si dimostrò ben più difficile a concretarsi di quanto era stato previsto dai suoi responsabili. Declinarono l'invito istituti prestigiosi come il Massachusetts Institute of Technology, l'Università di Harvard, quella della California e quella del North Carolina.

La soluzione cominciò a delinearsi quando i responsabili del Centro Nazionale per la Ricerca Atmosferica (NCAR) di Boulder, nel Colorado, pur sostenendo di essere troppo impegnati in altre attività, suggerirono di rivolgersi all'Università del Colorado, che aveva sede nella stessa città.

Alla fine di luglio uno dei membri dell'Ufficio per la Ricerca Scientifica (AFOSR) dell'aeronautica, il colonnello J. Thomas Ratchford, ebbe un incontro con il direttore del Dipartimento di fisica dell'Università, il prof. Edward Uhler Condon, uno studioso di fisica dei quanti di alto profilo professionale.
Il fisico Edward Uhler Condon, che diresse la Commissione di Studi sugli UFO dell'Università del Colorado fra l'ottobre 1966 ed il dicembre del 1968.
Il fisico Edward Uhler Condon, che diresse la Commissione di Studi sugli UFO dell'Università del Colorado fra l'ottobre 1966 ed il dicembre del 1968.

Condon era molto impegnato in altre attività di studio e non era nemmeno lui interessato agli UFO. Tuttavia, il contratto offerto dall'USAF (313.000 USD del tempo, alla fine cresciuti a più di 525.000) gli apparve una buona opportunità in un momento in cui i bilanci dell'intero ateneo non erano particolarmente floridi.

Il "memorandum Low"

Anche se Condon era favorevole alla firma del contratto, restavano da superare forti resistenze da parte dei suoi colleghi. Fu a quel punto che Robert J. Low, vice-decano della scuola post-laurea dell'Università, prese l'iniziativa di discutere con un certo numero di docenti del progetto sostenuto da Condon.

L'atteggiamento che prevalse fu quello che Low riassunse in una nota interna, un memorandum, la cui pubblicazione di lì a poco più di un anno avrebbe fatto esplodere le reazioni indignate di tutti gli ufologi e di una parte dell'opinione pubblica americana.

Il cosiddetto "memorandum Low" è un documento in cui è riassunto quanto fu discusso in una riunione del 9 agosto 1966 cui Low prese parte con parecchi scienziati dell'Università. Era indirizzato al decano della scuola post-laurea, E. James Archer, ed a Thurston E. Manning, decano della Facoltà di fisica e vice-presidente dell'Università:


Il nostro studio dovrebbe essere condotto in modo quasi esclusivo da non credenti che, sebbene forse non in grado di provare un risultato negativo, potrebbero e probabilmente vorranno mettere insieme un'evidenza impressionante indicante che dietro le osservazioni non c'è alcuna realtà Credo che il trucco potrebbe consistere nel descrivere il progetto in modo tale che in pubblico esso appaia come uno studio del tutto obiettivo ma che per la comunità scientifica esso sia l'immagine di un gruppo di non credenti che fanno del loro meglio per essere obiettivi ma che non hanno alcuna aspettativa d'individuare nemmeno un "disco". Un modo per farlo sarebbe quello di porre l'accento non sui fenomeni fisici ma piuttosto sulle persone che compiono le osservazioni - ossia sulla psicologia e sulla sociologia delle persone e dei gruppi che riferiscono di aver visto gli UFO. Se l'enfasi sarà posta su ciò piuttosto che sull'esame della vecchia questione della realtà fisica dei "dischi", io penso che la comunità scientifica recepirà ben presto il messaggio.


Fu su questa base che nel settembre 1966 l'Università chiese anche il sostegno del Dipartimento di psicologia. Tre dei suoi membri espressero interesse per l'iniziativa. Si trattava di William A. Scott, di Michael Wertheimer e - soprattutto - di David R. Saunders, che poi svolgerà un ruolo di rilievo per la vita dello stesso progetto e che diventerà egli stesso uno studioso del fenomeno. Saunders fu l'unico del gruppo che lavorerà alla questione UFO ad avere un vero interesse per esso. Dall'anno prima si era iscritto alla principale associazione di studio del tempo sugli UFO, il NICAP.

Il 6 ottobre 1966 il vice-presidente dell'Università, Manning, firmò il contratto con i rappresentanti dell'Aeronautica militare. Era nato il progetto di studio sugli UFO dell'Università del Colorado.

Composizione del gruppo di lavoro

  • Edward U. Condon, direttore di progetto
  • Robert J. Low, coordinatore di progetto
  • David R. Saunders, coindagatore capo
  • Franklin Roach, astronomo, membro dell'Environmental Science Services (ESSA)
  • Michael Wertheimer, psicologo dell'Università del Colorado
  • Roy Craig, chimico del National Center for Atmospheric Research Università del Colorado
  • Norman Levine, ingegnere elettrico dell'Università dell'Arizona
  • Mary Lou Armstrong, assistente amministrativa
  • William K. Hartmann, astronomo dell'Università dell'Arizona
  • Frederick Ayer, fisico dell'Università del Colorado
  • Dan Culberson, psicologo dell'Università del Colorado
  • James Wadsworth, neo-laureato in psicologia presso l'Università del Colorado

Altri ricercatori furono convocati di tanto in tanto per consulenze ad hoc.

Attività condotte

La reazione all'annuncio della nascita della Commissione da parte della migliore ufologia statunitense (McDonald, Hynek, il NICAP) fu positiva. L'11 novembre Hynek e Vallee ebbero un lungo incontro con Condon ed il gruppo di lavoro, ma non riuscirono a convincere gli studiosi ad adottare il sistema di valutazione che Hynek stava pensando allora e che avrebbe permesso una selezione preventiva dei casi migliori.

Il 28 novembre seguì una riunione alla presenza dei due dirigenti del NICAP, Donald E. Keyhoe e Richard Hall, che segnò pure l'inizio di una stretta collaborazione fra Hall e Richard Saunders.

La Commissione si assicurò inoltre che l'USAF, il NICAP e l'altra principale organizzazione ufologica americana di quei tempi, l'APRO, inviassero in modo tempestivo le nuove segnalazioni di rilievo pervenute. 

La prevalenza degli interessi psicologico-sociali dei componenti il gruppo risultarono subito piuttosto chiari. Lo psicologo William A. Scott fu incaricato di preparare un questionario per i testimoni. Delle ventuno pagine delle quali era composto, solo due riguardavano gli aspetti fisici del fenomeno. Le restanti ponevano quesiti di tipo psicologico. Saunders ed altri si opposero. Scott rinunciò all'incarico. 

Condon non partecipò mai alle non troppe indagini sul campo condotte su casi allora recenti. Richard Hall si recò di persona da Condon per consegnargli un voluminoso rapporto sugli importanti avvistamenti che si erano verificati l'11 aprile del 1966 nella contea di Portage, nell'Ohio. Solo parecchio tempo dopo diventò chiaro che Condon non degnò mai di uno sguardo quel lavoro. In realtà, le ricostruzioni indicano che il fisico aveva assai più interesse per le storie più improbabili narrate da contattisti.

Allo stesso modo, Robert Low allungava l'elenco dei casi presi in considerazione, ma non c'era alcun serio tentativo di scremare i casi almeno in apparenza più promettenti. Nell'agosto 1967 si recò in Europa per un congresso che la International Astronomical Union stava per svolgere a Praga ma, sebbene se ne fosse discusso, egli non mise mai in atto l'idea di discutere il problema con studiosi che pure gli erano stati segnalati, quali il francese Aimé Michel o l'inglese Charles Bowen, che allora stava cominciando a portare la rivista "Flying Saucer Review" a degli standard qualitativi elevati.

Una parte delle attività condotte consistette nella reinchiestazione di casi importanti del passato.

  • R. Saunders ed R. Craig, ad esempio, si occuparono del filmato girato il 15 agosto del 1950 a Great Falls, nel Montana, che poi Saunders definì "l'avvistamento che più di tutti lungo tutto il corso della storia ha fatto in modo da convincermi che dietro al problema UFO c'è qualcosa di concreto";
  • lo psicologo Wertheimer contattò molti tecnici aeroportuali e testimoni coinvolti nella vicenda dei casi radar-visuali del luglio e dell'agosto 1952 noti come "caroselli di Washington".
  • Tra l'agosto 1966 ed il dicembre 1967 furono compiute in tutto trentotto "missioni sul campo", in genere ad opera di Craig, Wadsworth e Saunders, che peraltro dedicò buona parte del suo tempo alla creazione di una base di dati su elaboratore elettronico con lo scopo di consentire lo studio statistico delle presunte caratteristiche degli UFO.
  • Quando diventò chiaro quali erano le convinzioni di Condon e di Low, Saunders, Levine ed altri intrapresero la stesura di quello che avrebbero dovuto diventare un "rapporto di minoranza" che, al contrario del risultato ufficiale che andò presto d
    Il volume "UFOs? Yes!", di David R. Saunders, uscito nel 1968, costituì la prima critica di vasta portata che il pubblico lesse circa le attività della Commissione Condon.
    Il volume "UFOs? Yes!", di David R. Saunders, uscito nel 1968, costituì la prima critica di vasta portata che il pubblico lesse circa le attività della Commissione Condon.
    elineandosi, sostenesse che, dopo un esame dei casi più interessanti raccolti, era da raccomandare uno studio di dimensioni più ampie e dotato di fondi economici assai maggiori.

  

Crisi e polemiche

Già nel gennaio del 1967 nella Commissione iniziarono ad emergere divergenze che di lì ad un anno avrebbero portato ad una vera e propria crisi l'intera iniziativa.

Subito dopo una riunione condotta il 12 gennaio con rappresentanti dell'USAF nel corso della quale Wertheimer aveva cercato di far prevalere la sua convinzione secondo la quale lo studio avrebbe dovuto concentrarsi sui testimoni e non sugli avvistamenti, l'USAF scrisse a Condon chiarendo quali erano le sue intenzioni riguardo allo studio: il progetto doveva arrivare ad una conclusione che escludesse la possibile origine extraterrestre degli UFO in modo da consentire la chiusura dell'intero Blue Book[1].

Esiste una gran quantità di documenti e di testimonianze che si snodano lungo tutto l'arco dell'anno 1967 che mostrano come Condon e Low non avessero intenzione di prendere sul serio il problema, come vi dedicassero ben poco tempo e come una delle loro attività principali consistesse nel cercare di spiegare ai loro colleghi e referenti che non riponevano alcuna fiducia nella reale esistenza di un fenomeno sconosciuto.

La crisi più grave, tuttavia, prese avvio nel luglio del 1967 quando, per una leggerezza, Roy Craig potè leggere una copia del "memorandum Low". Colpito, Craig lo passò a Saunders, che ne fece copia per tutti i membri del gruppo di lavoro e poi la passò al direttore del NICAP, Donald Keyhoe. A sua volta, Keyhoe ne trasmise una riproduzione al fisico atmosferico James McDonald, il cui ruolo preciso nella scoperta e diffusione del documento è descritta nella pagina a lui dedicata.

McDonald era già in aperto conflitto con Condon e con Low. Gli scambi giunsero al calor bianco con una lunga discussione telefonica intercorsa fra McDonald e Low il 19 gennaio 1968. Infuriato per l'evidente chiusura di Low a qualsiasi parere contrario, il 31 gennaio McDonald gli scrisse una lunga missiva con tutte le sue rimostranze nei confronti dell'operato della Commissione. Da uno dei paragrafi della lettera, al suo destinatario divenne evidente che McDonald era entrato in possesso del famoso "memorandum" che segnava fin dall'inizio l'atteggiamento preconcetto di Low sul problema.

Il 6 febbraio Condon licenziò Saunders e Levine. Il 24 febbraio anche l'assistente amministrativa, Mary Lou Armstrong, si dimise scrivendo a Condon che nel gruppo di lavoro c'era "una quasi unanime mancanza di sfiducia nel coordinatore del progetto [Low] e nell'esercizio delle sue mansioni in quell'ambito".

In questo modo, gran parte dei più aperti indagatori sul campo dei casi più promettenti erano stati allontanati dalla Commissione e la strada per una conclusione negativa del suo lavoro era spianata.

Nei mesi primaverili ed estivi la polemica esplose sulla stampa. Il settimanale "Look" del 14 maggio pubblicò un lungo articolo destinato a diventare celebre, "Flying Saucer Fiasco", in cui il giornalista John G. Fuller attaccava con veemenza la Commissione Condon. Il giorno prima l'astronomo Frank Drake aveva scritto a Frederick Seitz, presidente della National Association of Scientists (NAS) chiedendo che la Commissione fosse formalmente redarguita.

Il 26 luglio persino "Science" criticò Condon, che si dimise dall'American Association for the Advancement of Science (AAAS), sponsor della rivista scientifica.

Contenuti del "Rapporto Condon" e sue valutazioni

Nel complesso, a fine primavera 1968 la parte investigativa del lavoro della Commissione poteva dirsi conclusa. Fu da questo punto in avanti che il gruppo iniziò la stesura di uno studio conclusivo, quello che poi passerò alla storia come "Rapporto Condon".

Si trattava di un voluminoso manoscritto nel quale erano stati inseriti parecchi lavori dal contenuto tecnico, di una certa utilità indiretta ma il cui legame con l'oggetto di studio non sempre risulterà evidente.

In novembre il dattiloscritto fu inviato da Condon al suo collega ed ex-studente Frederick Seitz, direttore della National Association of Scientists (NAS). Lì, esso fu esaminato da un panel di undici ricercatori la cui identità McDonald aveva cercato invano di far rendere pubblica a Seitz. Esso fu rapidamente accettato senza alcuna obiezione. L'analisi, datata 8 gennaio 1969, esprimeva appoggio per le conclusioni e per le raccomandazioni del Rapporto Condon, che uscì presso la casa editrice Bantam negli stessi giorni sotto forma di un volumone da 965 pagine. Il titolo completo del volume "Scientific Study of Unidentified Flying Objects",
Copertina dell'edizione della Bantam Books di New York dello "Scientific Study of Unidentfied Flying Objects", uscita nel gennaio del 1969.
Copertina dell'edizione della Bantam Books di New York dello "Scientific Study of Unidentfied Flying Objects", uscita nel gennaio del 1969.

Sempre l'8 gennaio uno dei principali redattori del "New York Times", il giornalista scientifico Walter Sullivan, titolò in prima pagina spiegando che l'Università del Colorado non solo non aveva trovato alcun indizio della natura extraterrestre degli UFO, ma che essa raccomandava la cessazione dell'impiego di denaro pubblico per lo studio dell'argomento, ritenendola "una perdita di tempo e di soldi".

Sullivan scrisse pure l'introduzione all'edizione Bantam del "Rapporto", appoggiando in pieno le tesi di Condon contro "gli appassionati degli UFO" (allusione all'associazione NICAP) ed ai "rabbiosi credenti negli UFO" (allusione a Saunders ed a Levine, ex-membri della Commissione).

Le "conclusioni e raccomandazioni" del lavoro, redatte dallo stesso Condon, non erano alla fine del volume, dopo l'esposizione dell'evidenza e del lavoro fatto, ma all'inizio di esso. Ecco il passaggio chiave:

Questo studio ha posto la sua enfasi sul tentativo di capire se nei rapporti UFO vi sia qualcosa che possa considerarsi una novità per le conoscenze scientifiche. La nostra conclusione generale è che negli ultimi ventun'anni dallo studio degli UFO non è giunto nulla che possa aggiungersi alle conoscenze scientifiche. Un'attenta considerazione dei documenti a noi disponibili ci porta a concludere che altri studi di vasta portata degli UFO probabilmente non sarebbero giustificati dall'aspettativa che così si possa conseguire un possibile avanzamento della scienza.

Nelle settimane e nei mesi successivi al gennaio del 1969 pubblicazioni di grande prestigio, quali "Nature" e "Science", "Time" e il "Washington Star" si unirono al tono generale del discorso di Condon ed in sostanza annunciarono che l'interesse delle istituzioni pubbliche americane per gli UFO era ormai alla fine.

Esiste un'evidenza documentaria che mostra come in seguito al trionfo della sua linea Condon cercò di vendicarsi sul piano professionale e sociale dei suoi avversari ideali. Robert M. Wood, un ingegnere aerospaziale della McDonnell Douglas che il 13 ottobre 1967 aveva tenuto una conferenza informativa ai membri della Commissione Condon esprimendo posizioni di apertura sul problema e che in seguito aveva indirizzato una lettera privata a Condon esprimendogli le sue preoccupazioni per i problemi di obiettività che stavano diventando evidenti anche per l'opinione pubblica, rischiò di essere licenziato quando lo stesso Condon esercitò pressioni sull'amministratore delegato della McDonnell Douglas[2]. Lo scienziato Carl Sagan, che a suo tempo aveva una posizione sul problema considerata da Condon troppo accondiscendente, per questo motivo nel luglio 1971 ebbe un giudizio negativo (pur se non trasformatosi in voto aperto) di Condon quando Sagan doveva entrare nella prestigiosa associazione di Washington "Cosmos Club".

Nell'insieme, non è esagerato affermare che l'atteggiamento di Condon fu assai lontano da quello di un'imparziale ricerca della possibile evidenza di un fenomeno, e che gran parte delle sue azioni in ambito ufologico furono caratterizzate in modo decisivo da considerazioni di prestigio, di disistima per chiunque esprimesse pareri diversi, di slealtà nei confronti dei suoi stessi colleghi e di totale disinteresse per il problema che gli era stato sottoposto.

Uno dei problemi fondamentali che il "Rapporto Condon" pone fin dal suo inizio è semplice. Esso prende in considerazione in modo approfondito appena 93 casi verificatisi in larghissima parte negli Stati Uniti oppure derivanti da attività di vario genere condotte da americani all'estero o nello spazio. La dimensione globale del fenomeno è pressoché assente. Un numero modestissimo sotto il profilo quantitativo, ma che presenta difficoltà anche per ciò che concerne quello qualitativo. Non sembra, infatti, che nell'ambito della Commissione siano stati adottati profili di selezione chiari ed enunciati con rigore. Il problema naturalmente stava nel criterio definitorio di Condon, che ebbe per conseguenza la presa in considerazione di episodi di rilevanza assai scarsa e dall'evidente natura convenzionale per qualsiasi analista degno di questo nome.

Malgrado tutto, la proporzione di casi dichiarati non identificati è molto alta: 30 casi su 93 recano questa etichetta. Non solo: alcuni dei casi - classici della storia del fenomeno - come i "caroselli di Washington" del 1952 o il filmato ripreso a Tremonton, nello Utah, il 2 luglio del 1952, erano sì stati "spiegati" dalla Commissione, ma a molti osservatori le spiegazioni addotte apparivano assai discutibili.

La percentuale di non identificati era assai superiore a quella dei casi che ogni anno lo stesso Progetto Blue Book riteneva di non riuscire a risolvere. 

Le considerazioni fatte dagli stessi analisti quando si trattava di emettere un giudizio sui vari episodi erano sorprendenti. Spesso asserivano con una certa chiarezza il sospetto che i casi discussi presentassero un'evidenza significativa. Di un fatto si diceva ad esempio che "l'evidenza prevalente indica la possibilità che in questo caso si trattasse di un vero UFO". Di un altro si asseriva che "la probabilità che fosse coinvolto almeno un UFO appare discretamente elevata", mentre di un altro ancora si scriveva che "l'evidente comportamento razionale ed intelligente dell'UFO suggerisce che la spiegazione più probabile di questo avvistamento sia un ordigno meccanico di origine sconosciuta", e così via.

L'astrofisico ed ufologo Peter Sturrock in un suo studio ha rilevato che esistono contraddizioni non spiegate fra un certo numero di riassunti delle indagini condotte su certi casi ed il contenuto dei rapporti su di essi[3].

Nelle "conclusioni e raccomandazioni" - si ricorda anteposte al corpo del volume - Condon asseriva che Gordon David Thayer, che si era occupato dei casi radar, li aveva risolti tutti in termini di problemi di anomalie della propagazione delle onde radio. Non solo non è così, ma lo stesso Thayer valuta come non identificato uno dei casi più interessanti di tutta la prima fase della storia contemporanea del fenomeno, ossia le osservazioni radar-visuali verificatesi presso la base aerea inglese di Lakenheath-Bentwaters nella notte fra il 13 ed il 14 agosto del 1956.

  • In dettaglio, i casi presi in esame furono;

- cinquantanove esaminati in modo approfondito, a loro volta divisi in tre gruppi: a) dieci, verificatisi prima dell'autunno 1966, ossia prima dell'inizio delle attività della Commissione; b) trentacinque, quelli accaduti durante i lavori di essa; c) quattordici casi fotografici.

Ben ventitré di questi 59 rientrano fra i non identificati.

- trentuno casi sono considerati nel corpo del volume come casi esaminati in modo meno approfondito. Quattro di essi rientrano fra i non identificati.

- tre casi relative ad osservazioni fatte da astronauti americani nello spazio (tutti e tre non identificati).

Per un totale, come preannunciato, di 30 casi su 93. Ecco l'elenco dei principali con l'indicazione del tipo secondo la classificazione Hynek tradizionale:

  • caso n. 2, Lakenheath-Bentwaters (Inghilterra), 13-14 agosto 1956, caso radar-visuale
  • caso n. 5, caso del B-47, cieli del sud-ovest degli Stati Uniti, 17 luglio 1957, caso radar-visuale
  • caso n. 6, Beverly (Massachusetts), 22 aprile 1966, incontro ravvicinato del secondo tipo
  • caso n. 8, Donnybrook (North Dakota), 19 agosto 1966, incontro ravvicinato del secondo tipo 
  • caso n. 10, Haynesville (Louisiana), 30 dicembre 1966, incontro ravvicinato del primo tipo
  • caso n. 12, nord-est degli Stati Uniti, inverno 1967, incontro ravvicinato del secondo tipo
  • caso n. 13, Granville, 15 gennaio 1967, incontro ravvicinato del primo tipo
  • caso n. 14, Joplin (Montana), 13 gennaio 1967, disco diurno (tre casi)
  • caso n. 21, Colorado Springs (Colorado), 13 maggio 1967, caso radar
  • caso n. 22, Falcon Lake (Winnipeg, Canada), 20 maggio 1967, incontro ravvicinato del secondo tipo
  • caso n. 43, Concordia (Kansas), 5 dicembre 1967
  • caso n. 46, McMinnville (Oregon), 11 maggio 1950, disco diurno con foto
  • caso n. 47, Great Falls (Montana), 15 agosto 1950, disco diurno con film
  • caso n. 11, caso del DC-8 in volo da Lima a Città del Messico, 30 dicembre 1966, luce notturna
  • caso n. 59, Lakeville (Connecticut), gennaio 1967, luce notturna con foto
  • caso n. 14N, due avvistamenti fatti da piloti in volo
  • caso I-D, al largo del Labrador (Canada), 30 giugno 1954, disco diurno osservato da un aereo in volo
  • caso n. 1482N, Utica (New York), 23 giugno 1955, disco diurno osservato da un aereo in volo
  • caso n. 1323B, Base aerea Sault Saint Marie (Michigan), caso radar-visuale
  • caso n. 1206N, Edmonton (Alberta, Canada), 6 aprile 1967, caso radar-visuale
  • avvistamenti fatti dagli astronauti James McDivitt e Edward H. White (missione Gemini IV, 4 giugno 1965, due casi, uno corredato da foto)
  • avvistamento fatto dagli astronauti Frank F. Borman e James A. Lovell (missione Gemini VII, 4 dicembre 1965, caso corredato da foto)


Una delle valutazioni più interessanti sul "Rapporto Condon" giunse da un sottocomitato riunito dall'American Institute of Aeronautics and Astronautics (AIAA). Diretto da Joachim P. Kuettner, capo dei laboratori di ricerca dell'ESSA era formato da scienziati, in specie da studiosi versati nelle scienze ingegneristiche.  I suoi risultati comparvetro nel numero di novembre 1970 della rivista dell'AIAA, "Aeronautics and Astronautics". In essi si prendeva atto che vi erano disparità fra le presentazioni e le conclusioni anteposte al lavoro, quelle scritte da Condon e da Sullivan, ed il corpo del volume. Il sottocomitato rilevava poi che un'attenta lettura delle analisi fatte portavano verso conclusioni opposte rispetto a quelle di Condon. Conclusione: un fenomeno con una proporzione di casi inspiegati così elevata (circa il 30%) dovrebbe suscitare una curiosità scientifica sufficiente a proseguirne lo studio[4].

Altre valutazioni presentate ai tempi della pubblicazione del "Rapporto Condon" da parte di scienziati furono:

  • quella dello studioso d'ingegneria aerospaziale Robert M. L. Baker, Jr., il quale scrisse che il progetto aveva fornito un'evidenza che sembra giustificare delle indagini scientifiche in direzione di vari indirizzi di frontiera sia generali sia specialistici[5].
  • quella del fisico Gerald Rothberg, che fu un collaboratore ad hoc della Commissione, il quale scrisse che in questa vesta aveva indagato di persona su cento casi, tre o quattro dei quali lo lasciavano perplesso. Rothberg riteneva che il residuo non spiegato, del tutto ignorato dai suoi mentori, contenesse un potenziale sufficiente perché il fenomeno UFO fosse considerato come "una legittima controversia scientifica", aggiungendo addirittura che qualche rivista scientifica avrebbe dovuto aprire le proprie pagine alla pubblicazione di rapporti UFO significativi, senza trascurare il punto di vista di coloro che li interpretavano come possibile evidenza di visite extraterrestri[6].

Lo studio retrospettivo condotto dall'ufologo Michael Swords, che lavora presso la Western Michigan University, sostiene che di sedici membri che componevano la Commissione, undici sostenevano che, considerata l'evidenza, il fenomeno fosse meritevole d'indagine scientifica; per tre componenti Swords ritiene fosse impossibile stabilire una chiara opinione. Solo il direttore ed il coordinatore di progetto, Condon e Low, erano fermamente scettici. La loro convinzione è quella che risulta in modo univoco nel volume[7].

Sviluppi recenti della ricerca sulla Commissione Condon

Nel settembre 2008 è stato annunciato che nella primavera precedente l'ufologo Michael Swords aveva potuto recuperare circa 1200 pagine di documenti provienienti dall'archivio del chimico Roy Craig, che era stato uno dei membri della Commissione Condon. Le carte erano conservate presso la Texas A&M University di College Station, nel Texas.

Dall'esame di questi incartamenti sono emerse due importanti novità:

  • uno degli scienziati che lavorarono di più all'analisi della casistica presso la Commissione aveva scritto un documento nel quale riconosceva che la percentuale di casi esaminati rimasta non identificata era addirittura superiore al 50% del totale.

Il 5 settembre del 1968 Joseph Rush, chimico del NCAR (National Center for Atmospheric Research), scrisse una memoria riservata ed indirizzata a Condon manifestando sì il suo scetticismo per il fenomeno, ma sostenendo pure che il numero dei non identificati alla fine del lavoro era qualcosa di più della metà di tutti gli episodi. Dall'insieme dei fatti sappiamo ora con chiarezza che Condon era cosciente  che la proporzione di casi difficili da spiegare era anche superiore di parecchio a quella che poi, di lì a meno di due mesi, sarà presentata nel testo del Rapporto destinato alle stampe.

Ora, tutte le fonti documentarie indicano che al momento dell'invio della memoria di Rush a Condon le attività investigative erano concluse da mesi. Il sospetto avanzato ma per ora non supportabile in modo sufficiente è che circa una dozzina di casi dichiarati non identificati siano stati fatti passare rapidamente alla categoria dei casi spiegati per ridurre almeno in una certa misura il dato clamoroso indicato da Rush. 

  • è emersa un'evidenza documentaria sufficiente a sostenere che Condon redasse il manoscritto delle sue conclusioni scettiche anteposte al Rapporto assai prima che gli fossero presentati i capitoli che poi sarebbero andati a comporre il testo del volume finale.

Il 13 settembre del 1968, nel corso di una riunione con lo staff del progetto, Condon presentò la bozza delle conclusioni e raccomandazioni. Pur sostenendo la sua disponibilità a cambiarle in un secondo tempo, non solo per ora non esiste nessuna prova che quel testo sia stato alterato nella sostanza di lì al momento della stampa del volume, ma le carte di Craig indicano addirittura che esso era stato composto fra uno e tre mesi prima di quel momento, ossia mentre la redazione dei vari capitoli analitici da parte dei componenti il Progetto era ancora quasi inesistente e comunque ben lungi dall'essere presentato al direttore del progetto.

Disponibilità del "Rapporto Condon"

Il testo completo dello "Scientific Study of Unidentified Flying Objects" è disponibile qui in lingua originale.

Fonti e note

  1. Swords, Michael D. (1995/1996). The University of Colorado Study Project: The 'Scientific Study of UFOs'. Journal of UFO Studies. 6 (n s.). 149-184
  2. Wood, Robert M. (1993), A Little Physics... A Little Friction: A Close Encounter with the Condon Committee, International UFO Reporter. 18(4). luglio-agosto. 6-10
  3. Sturrock, Peter A. (1974). Evaluation of the Condon Report on the Colorado UFO Project: SUIPR Report No. 599, October 1974. Stanford (California): Institute for Plasma Research, Stanford University
  4. UFO, an Appraisal of the Problem: A Statement by the UFO Subcommittee of the AIAA (1970). Aeronautics and Astronautics. 8. novembre. 49-51
  5. Baker, Robert M. L., Jr. (1969). The UFO Report: Condon Study Falls Short. Scientific Research. 14 aprile. 41
  6. UFOs: Fact or Fiction?. Physics Today. 22. dicembre. 69-71
  7. Swords, Michael D. (1995/1996). The University of Colorado Study Project: The 'Scientific Study of UFOs'. Journal of UFO Studies. 6 (n s.). 149-184