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Progetto Blue Book

Da WikiUFO.

Progetto Blue Book è la denominazione che assunse dal marzo 1952 al gennaio 1970 il gruppo di studio dell'aeronautica militare statunitense sugli UFO. Si trattò del più longevo, a tratti significativo, discusso e più delicato sforzo fatto dai militari americani per occuparsi del problema. Con la sua chiusura cesserà ogni sforzo sistematico per l'analisi degli avvistamenti da parte delle forze armate statunitensi.

Indice

Genesi del Progetto Blue Book e suo avvio

La decisione di riprendere con serietà la valutazione del fenomeno UFO, già adottata nell'autunno del 1951 mentre era ancora sotto il profilo formale sopravviveva il progetto Grudge, una specie di interim tra il progetto Sign ed il nascente Blue Book, si concretò nel marzo 1952 con l'attivazione del Blue Book presso la base aerea Wright-Patterson di Dayton, nell'Ohio, come in precedenza nel quadro dell'Air Technical Intelligence Center (ATIC) dell'USAF. Si è discusso parecchio sul significato che il nome in codice assegnato al progetto poteva avere. In realtà esso è soltanto un nome generico (in italiano potrebbe rendersi come "libro bianco" nel senso di presentazione dell'analisi di una questione aperta) e colui che lo escogitò molti anni dopo ebbe a dichiarare che il suo intento era proprio quello di non assegnare una particolare enfasi simbolica alla denominazione dello studio di un problema il cui status era così incerto[1].

Primo direttore del progetto Blue Book fu nominato uno dei personaggi chiave della prima fase della storia dell'ufologia contemporanea, ossia il capitano dell'aeronautica Edward J. Ruppelt, che - in possesso di una laurea in ingegneria aeronautica e richiamato in servizio come riservista nell'estate del '51 - già dalla fine di settembre dirigeva con vigore il "nuovo Grudge" in fase di rinascita.

Ruppelt voleva dati di qualità più elevata. Si mosse subito in due direzioni:

  • già in marzo i gruppi di analisi, quello di elettronica e la sezione radar dell'ATIC ebbero da Ruppelt la richiesta di collaborare con il Blue Book. I loro dirigenti, cap. L. E. Field, cap. J. L. Andrews e cap. W. Dakins, risposero in senso positivo. Il 19 di quel mese egli presentò agli ufficiali in capo del Comando della Difesa Aerea (ADC) delle domande circa la loro disponibilità a filmare gli schermi radar in occasione di rilevazioni di presunti UFO ed a trasmettere le pellicole al Blue Book;
  • il 26 marzo Ruppelt incontrò i membri del Cambridge Research Laboratory che fornivano consulenze tecniche all'USAF per domandare suggerimenti per il lavoro. Ebbe la sollecitazione ad agire in due direzioni: 1) collocare degli aerofoni nelle località ad alta concentrazione d'avvistamenti; 2) creare delle "pattuglie-cinepresa" da far agire nelle stesse località per cercare di filmare direttamente i presunti fenomeni.

Conseguenza di queste iniziative fu la cosiddetta Air Force Letter 200-5 del 5 aprile 1952, uno dei documenti guida della politica militare americana sugli UFO di quel periodo importante.

Essa fu distribuita agli ufficiali di tutti i servizi informazione aeronautici di stanza presso le basi aeree di tutto il mondo perché riferissero subito di eventuali avvistamenti. Si noti che con essa il personale del progetto Blue Book poteva aggirare la catena di comando (si ricordi che il progetto era guidato da un ufficiale subalterno) contattando qualsiasi ente o unità in via diretta per chiedere relazioni e chiarimenti sui fatti. Anche sul piano della posizione politica dell'USAF sull'iniziativa, dunque, si può affermare che il periodo si apriva sotto auspici di apertura e disponibilità.

Sentendosi sostenuto sotto il profilo politico, il 12 aprile Ruppelt annunciò in pubblico quali erano gli scopi del progetto:

  • trovare spiegazioni per gli avvistamenti;
  • valutare se i presunti UFO fossero una minaccia per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti;
  • valutare se i presunti UFO rappresentassero delle tecnologie avanzate utilizzabili dagli Stati Uniti;

Questi obiettivi segneranno la politica dei militari e delle autorità pubbliche di quel Paese sino al 1969.

Il "gruppo per le indagini" era diretto dal capitano R. A. Lee. Un ruolo assai importante sarà giocato anche dal maggiore Dewey J. Fournet, che in quella prima fase della vita del Blue Book fu nominato ufficiale di collegamento con il Dipartimento della Difesa.

L'ondata del 1952 ed il culmine delle attività

La prima fase dell'attività del Blue Book coincise con la più grande ondata della storia ufologica americana. Sebbene non siano mai stati elaborati dati complessivi, soltanto i casi raccolti dal progetto sotto varie forme furono quasi duemila. Un numero enorme di segnalazioni pubblicate dalla stampa o raccolte dagli studiosi non furono mai conteggiate in quel novero.

E' da notare che nel suo libro del 1956, il cap. Ruppelt riferì che fin dall'inizio delle attività aveva fatto trasferire tre uomini del personale che lavorava per il Blue Book giacché si trattava di persone con posizioni eccessivamente favorevoli o contrarie alla realtà del fenomeno.

Partirono indagini su casi di enorme rilievo quali la serie di osservazioni anche radar-visuali che si registrarono intorno a Washington tra il luglio e l'agosto del 1952. Furono compiute analisi sul caso fotografico di Lubbock, nel Texas, avvenuto il 25 agosto del 1951, oppure sull'incontro ravvicinato che un capo-scout avrebbe avuto a West Palm Beach, in Florida, il 19 agosto 1952, che però la ricerca più recente pare aver ricondotto in modo soddisfacente ad un falso, ecc.

In giugno il consulente astronomico del progetto, Hynek, aveva condotto il primo sondaggio sugli avvistamenti di presunti UFO fatti da suoi colleghi, ossia da astronomi professionisti. S'intensficarono i rapporti con il Battelle Institute, che stava lavorando allo studio statistico della casistica raccolta, mentre sulla scia del pur concluso progetto Twinkle per lo studio del fenomeno delle green fireballs si studiava la possibilità, caldeggiata anche dal fisico atmosferico e geofisico Joseph Kaplan, membro del comitato di consulenza scientifica dell'USAF, d'installare stazioni d'avvistamento gestite da personale aeronautico presso gli aeroporti militari del Nuovo Messico, dove il fenomeno s'era concentrato fra il 1948 ed il '51, dotandole di strumentazioni di vario genere e di cineprese.

L'opinione prevalente fra gli studiosi è che il 1952 costituì il vertice qualitativo dell'interesse dei militari americani per gli UFO. Alla fine dell'anno la percentuale di casi considerati non identificati era assai salita rispetto agli anni precedenti.

Il Robertson Panel

In un certo senso il declino del progetto Blue Book era inscritto già nelle caratteristiche della sua fase apicale. Quando nell'ultima decade di luglio del '52 l'ondata di avvistamenti raggiunse il parossismo e coinvolse la stessa capitale federale degli Stati Uniti, la CIA cominciò a manifestare delle preoccupazioni di psicologia sociale per quanto si stava verificando. Queste preoccupazioni devono essere lette alla luce della mentalità della guerra fredda allora imperante. Il punto fondamentale di questa preoccupazione era che il continuo afflusso di segnalazioni UFO, di qualsiasi cosa si trattasse, potesse influire sul morale del pubblico e potesse addirittura risultare pericoloso in caso di tensioni internazionali, in specie nel caso si dovesse temere come imminente un attacco aereo nucleare contro il territorio statunitense.

Fu allora che partì il processo che a metà gennaio del 1953 condurrà alla convocazione del cosiddetto Robertson Panel della CIA, un'iniziativa assai complessa e dagli esiti contraddittori, che tuttavia il personale del Blue Book si trovò in larga misura quasi a subire. In sostanza il gruppo di lavoro sugli UFO voluto dalla CIA condurrà alla diminuizione dell'impegno dell'aeronautica militare sul problema avviando un ciclo destinato a concludersi solo nel 1966 con l'avvio della Commissione Condon.

Sebbene ancora nel febbraio del 1953 il cap. Ruppelt auspicasse con i comandi superiori un rafforzamento dello staff del progetto, chiedesse più mezzi e - non ultimo - che ad occuparsi delle indagini sul campo fosse un'unità operativa dell'aeronautica, ossia il 4602° Air Intelligence Service Squadron del Comando della Difesa Aerea, in realtà il distacco temporaneo di Ruppelt, avvenuto nello stesso mese, segnò la rapida riduzione di capacità, personale e competenze assegnate.

L'età oscura

Nella storiografia ufologica è spesso invalsa l'abitudine di definire in maniera onnicomprensiva come "età oscura" il lungo periodo di attività dei militari statunitensi compreso fra i primi del 1953 e la primavera del 1966, ossia fra il dispiegarsi delle conseguenze non volute dal Panel Robertson e l'irruzione sulla scena pubblica americana del fenomeno dovuta alle ondate che dall'anno prossimo stavano susseguendosi.

In realtà, un'analisi più meditata ed accorta deve condurre a discernere con cura i molti aspetti diseguali dell'azione del Blue Book nel corso di ben tredici anni.

Ad agosto del 1953 il cap. Ruppelt lasciò l'aeronautica ed andò in congedo al termine del suo periodo di ferma biennale. Il progetto fu affidato temporaneamente ad un sottufficiale, ma sotto di lui a quel punto c'erano soltanto due dipendenti.

Nel corso dello stesso mese l'aeronautica produsse un altro documento fondamentale per capirne la politica: il Regolamento AFR 200-2, che disponeva in dettaglio il modo di occuparsi delle segnalazioni e soprattutto dava la possibilità di discuterne in pubblico soltanto quando per essi fosse stata prodotta una spiegazione convenzionale. In caso contrario, ne prevedeva come minimo la classificazione come "riservate". Il Regolamento AF 200-2 fu una conseguenza diretta delle preoccupazioni sociologiche del Panel Robertson, ossia della volontà di far decrescere l'interesse del pubblico per il problema, che l'anno precedente aveva toccato culmini sorprendenti.

Da allora in poi i comunicati stampa emessi in modo più o meno sporadico saranno soltanto degli elenchi numerici di casi raccolti in cui saranno sottolineate le categorie convenzionali usate per ricondurre i casi a motivi banali senza quasi mai soffermarsi invece su quelli che, malgrado la disinvoltura dei militari, di tanto in tanto parevano porre problemi interpretativi più seri.

Nel marzo 1954 il Blue Book ebbe un nuovo direttore, il capitano Charles Hardin, scettico ed interessato assai poco alla questione. Al contempo il 4602° Squadrone assumeva un ruolo preponderante nelle indagini sui casi. Nel febbraio del '55 il comando dell'ATIC fece rilevare con un documento indirizzato al 4602° Squadrone che scopo di queste indagini era di ridurre al minimo il numero dei non identificati. Qualsiasi intento di studio di uno o più possibili fenomeni sconosciuti era relegato in secondo piano.

Fu adottata una procedura di riclassificazione dei casi che ebbe quasi subito conseguenze rilevanti. I casi furono considerati come identificati "certi" insieme alle due categorie d'identificazione "probabile" e "possibile". Quando lo sparuto gruppo di addetti all'analisi dei casi riteneva di non poter assegnare subito una categoria esplicativa certa, collocava il caso, senza che i criteri per farlo fossero mai stati enunciati da qualcuno, nei due gruppi restanti, e lì in sostanza finiva il suo percorso.

Quando però si dovevano fare i comunicati stampa sull'andamento delle indagini o anche nei conteggi complessivi finali fatti dal Blue Book nel 1969, ecco che le categorie "probabile" e "possibile" erano riassorbite in quella degli identificati ritenuti "certi".

Sta di fatto che alla fine del 1956 la proporzione di non identificati era scesa da proporzioni variabili sino al '52 in certi mesi anche al 20-30% sino ad una media dello 0,4%[2]

Atteggiamento assai discutibile fu assunto dall'USAF pure con i risultati ottenuti dallo studio statistico condotto dal Battelle Institute. Non solo esso fu presentato al pubblico a fine ottobre 1955, almeno un anno dopo la sua conclusione, ma fu offerto come ulteriore prova della mancanza di significatività dei casi rimasti non spiegati, al contrario di quanto è stato ragionevole desumerne a coloro che lo hanno esaminato con maggiore cura. 

Altri scettici si succederanno alla guida del Blue Book: il capitano George T. Gregory dall'aprile 1956 all'ottobre 1958 e il maggiore Robert J. Friend dall'ottobre del 1958 all'agosto del 1963. Poi Friend sarà sostituito da un ufficiale che guiderà il progetto sino alla sua chiusura e che avrà un ruolo di maggior rilievo nella sua storia.

Nel frattempo il 4602° Squadrone, che aveva la responsabilità tecnica delle indagini, nel luglio del '57 fu sciolto e sostituito dal 1006° Squadrone. Questa unità passerà a sua volta queste competenze al 1127° Field Activity Group nel luglio del '59, con una progressiva dimunuzione dell'impegno da parte di queste unità tecniche i cui compiti istituzionali nell'ambito dell'USAF erano spesso assai diversi. 

Anche le norme regolamentari generali non aiutavano lo studio del fenomeno. Nel febbraio del 1959 fu pubblicata una revisione del Regolamento AFR 200-2 in cui si ribadiva con maggior chiarezza rispetto al passato che l'aeronautica intendeva "ridurre la percentuale dei non identificati al minimo".

Uno degli esempi più noti dei maldestri tentativi di chiudere in modo rapido le indagini sui casi più imbarazzanti è rappresentato dal cosiddetto "flap di Levelland", l'ondata locale che prende il nome dalla cittadina del Texas presso la quale si verificò una serie di incontri ravvicinati del secondo tipo anche con effetti secondari di presunto tipo elettromagnetico. Per inciso, questi casi furono solo alcuni della più grande ondata d'avvistamenti avvenuta sino ad allora negli Stati Uniti dopo quella del 1952. Un solo sergente dell'USAF si recò sul posto per meno di ventiquattr'ore ed intervistò in modo sommario alcuni dei testimoni. Pochi giorni dopo il progetto Blue Book parlava di "fulmini globulari" come causa di queste esperienze, suscitando le ire di un'associazione ufologica nata da appena un anno ma che era destinata a diventare una durissima interlocutrice dell'aeronautica americana, ossia il NICAP

Sino ad un'ulteriore modifica introdotta nel settembre 1959, il Regolamento AFR 200-2 enunciò in termini così riassumibili le linee dell'azione del Blue Book:

  • il fenomeno UFO poteva avere un interesse potenziale per la sicurezza nazionale:
  • il fenomeno UFO poteva condurre alla raccolta di informazioni su sperimentazioni e sviluppo di nuovi tipi di velivoli.

Il terzo obiettivo elencato in modo esplicito nel settembre '59 è così sunteggiabile:

  • ridurre al minimo il numero di non identificati sulla base del presupposto che una miglior raccolta di notizie sui casi in apparenza non spiegabili li avrebbe probabilmente ricondotti a cause convenzionali. Solo "fattori umani nelle segnalazioni" (ossia delle limitazioni di carattere psicologico e sociale) rendevano "improbabile" che si riuscisse ad eliminarli del tutto.

Come accennato con alcuni esempi, conseguenza di queste linee guida fu la presenza di contraddizioni a volte modeste, a volte assai appariscenti, fra i dettagli descrittivi e le spiegazioni proposte in modo spesso perentorio e con motivazioni insufficienti.

Semplicemente, nella gran parte dei casi non era condotta nessuna indagine approfondita, ed i moltissimi casi su cui non era stato fatto nulla di serio erano collocati in un'anodina categoria "dati insufficienti" perché nessuno sforzo per valutarli era stato fatto.

Rispetto ad una versione del Regolamento risalente al 1954, inoltre lo spazio dedicato ai rapporti con l'opinione pubblica era salito da uno a cinque paragrafi, a riflesso del mutare delle preoccupazioni dell'USAF verso un'attività di gestione dei problemi derivanti dalla pressione degli appassionati e dalla stampa piuttosto che da una sempre modesta analisi dei dati fenomenologici.

Inoltre, non solo la versione del Regolamento del 1959 introduceva una forte centralizzazione della diffusione delle informazioni e sconsigliava i contatti con gli appassionati privati, probabilmente in conseguenza delle polemiche con il NICAP, ma enfatizzava al massimo il rilascio di notizie sui casi spiegati a scapito di quelli più ambigui, rimandandone la discussione pubblica - di fatto - sine die.

Si noti che il Blue Book giunse a classificare come "segnalazioni inattendibili" per definizione tutte quelle provenienti da persone sino a diciassette anni di età e persino quelle giunte tramite la normativa JANAP-146 di origine militare, e questo senza che fossero messi quasi mai in atto tentativi di approfondirne i contenuti. 

Un esempio significativo della linea di condotta dell'USAF sul problema UFO fu rappresentato dalla pubblicazione, avvenuta nel 1960 per opera del tenente colonnello Lawrence J. Tacker, portavoce del Dipartimento della Difesa, del libro Flying Saucers and the U.S. Air Force (Princeton, Van Nostrand Company). Essa riassumeva non solo la posizione scettica prevalente, ma faceva scorgere limiti e contraddizioni dell'impegno dei militari americani nei riguardi della fenomenologia. La sua uscita fu oggetto di diatribe pubbliche dai toni spesso concitati fra Tacker, altri ufficiali ed ufologi come Donald Keyhoe.

D'altro canto, sin dal 1958 l'USAF aveva iniziato i suoi tentativi di trasferimento della competenza dell'argomento, per il quale aveva ormai un interesse solo marginale, ad altro ente o organismo di studio. Questi tentativi rimasero a lungo frustrati.

Alla fine del '58 il direttore del Blue Book in carica, magg. Friend, prese l'iniziativa di convincere l'Air Research and Development Command (ADRC) ad assumersene l'onere in specie sulla base dell'idea che gli UFO erano un problema d'interesse scientifico, non di sicurezza. Dato che presso l'ADRC lavoravano diversi tecnologi e scienziati quella sarebbe stata la sede più adatta, anche se il passaggio avrebbe dovuto avvenire in modo graduale, per non dare al pubblico l'impressione di un abbandono tout court dell'interesse. Dopo un certo periodo, tuttavia, l'ADRC si disimpegnò.

Nel 1959 Friend pensò addirittura di chiedere la chiusura pura e semplice del progetto, ma poi scelse - anche stavolta senza esito - di cercare di passare tutti gli incartamenti all'Ufficio Informazioni del Segretario dell'Aeronautica (SAFOI).

In questo modo, tuttavia, s'inaugurò una fase diversa. I fallimenti subìti nel tentativo di trasferire la responsabilità per gli avvistamenti UFO ad altri enti militari spinse i responsabili del Blue Book a rivolgersi ad organizzazioni di ricerca universitarie o equivalenti. Diverse volte, nella prima metà degli anni '60, furono esperiti approcci nei confronti di organismi quali la National Science Foundation, la Smithsonian Institution, la NASA e varie università. Solo una, alla fine, seppure riluttante, accetterà di occuparsi della questione e di cercare una risoluzione chiara per essa: l'Università del Colorado. Sarà in quell'ambito che il Dipartimento della Difesa assegnerà il contratto che condurrà nel 1966 alla nascita della commissione Condon.  

Nel frattempo, già dal 1961 l'ATIC (Air Technical Intelligence Center), l'ente nel cui seno aveva vissuto sino ad allora il Blue Book, fu trasformato in FTD (Foreign Technology Division) e fu inglobato dal un altro comando dell'aeronautica, l'Air Force Systems Command. Il centro delle attività dell'ente non era più quello della raccolta e valutazione delle informazioni, un ambito che aveva forgiato l'atteggiamento dei militari americani sul problema UFO. Esso ormai si occupava in larga parte di R&D, ossia di "ricerca e sviluppo" (Research & Development) in ambito tecnologico aeronautico. In questo modo l'interesse residuo per gli UFO diventava ancor più difficile da giustificare.

Nel settembre del 1966 il regolamento AFR 200-2 fu sostituito da un altro completamente nuovo, ossia dal Regolamento AFR 80-17. In teoria, esso almeno domandava a tutti i comandi di base aerea di crearsi una capacità investigativa autonoma ma, a parte il fatto che l'evidenza documentaria mostra che esso fu in larga misura disatteso nei restanti tre anni e tre quattro mesi d'attività dell'USAF sul problema, esso stabiliva in modo fermo che i comandi non dovevano in alcun modo diventare centro di raccolta delle segnalazioni sollecitandole da parte del pubblico e che dovevano limitarsi a considerare quelle giunte in modo spontaneo dai testimoni che si fossero rivolti ad esse.

La direttiva militare JANAP-146

E' plausibile che dal punto di vista della circolazione delle informazioni sugli avvistamenti di maggior interesse in termini strettamente ufologici un gravissimo limite sia stato costituito da una direttiva emessa nel dicembre 1953 dagli Stati Maggiori Congiunti delle Forze Armate statunitensi.

Si trattava della Joint-Army-Navy-Air Force-Publication" (JANAP) 146, che per titolo specifico aveva la sigla CIRVIS, ossia "Canadian-United States Communications Instructions for Reporting Vital Intelligence Sightings" (Istruzioni congiunte Stati Uniti-Canada per le comunicazioni destinate a riportare segnalazioni di avvistamenti contenenti informazioni vitali). A parte altre categorie di osservazioni di velivoli, navi, missili ed altre attività sospette, la direttiva puniva, menzionandole in modo esplicito, la diffusione di notizie su avvistamenti UFO a soggetti non autorizzati ricomprendendole nell'ambito della normativa contro le attività spionistiche.

A parte forti sanzioni pecuniarie, era prevista la detenzione da uno sino a dieci anni oltre che per il personale militare anche per i piloti di velivoli civili che avessero avuto conoscenza della normativa in discorso.

La "guerra" del NICAP al Blue Book

Il direttore del NICAP, il giornalista e scrittore Donald E. Keyhoe, era convinto sin dal 1949 del fatto che l'aeronautica nascondesse la verità sul problema UFO (una delle prime versioni della cosiddetta teoria della congiura del silenzio). Keyohe fu al contempo uno dei padri dell'ipotesi extraterrestre.

L'intenzione del NICAP e di Keyhoe era quella da un lato di fare quasi da consulenti dell'USAF circa le caratteristiche della fenomenologia, dall'altra di effettuare un'attività di lobbying addirittura presso alcuni membri del Congresso degli Stati Uniti che mostravano qualche interesse per il problema UFO. 

C'erano però anche aspetti della posizione di Keyhoe ancora più direttamente ideologici: nel 1960 il NICAP dichiarò che avrebbe dovuto aiutare l'USAF a preparare il pubblico a qualsiasi conclusione cui lo studio del fenomeno avrebbe portato. L'evidenza documentaria mostra in modo chiaro che Keyhoe era convinto di persuadere l'USAF a chiudere quella che riteneva una politica di negazione del fenomeno priva di senso e ad ammettere che la Terra era visitata da astronavi extraterrestri.

Sulla base di premesse del genere il dialogo si dimostrò subito difficile, e già alla fine del 1958, anche in termini che i documenti interni dell'USAF mostrano eccessivi ed ingenerosi nei confronti dell'ufologo, qualsiasi possibilità di realizzare anche solo parte degli intendimenti del NICAP risultava compromessa.  

La posizione del NICAP andò rapidamente irrigedendosi e, alla lunga, risultò sotto l'aspetto qui considerato, poco fruttuosa.

Il periodo di Quintanilla e la Commissione Condon

Anche su un altro versante, quello politico, la gestione del problema UFO da parte dell'Aeronautica americana, nella prima metà degli anni '60 fu caratterizzata da varie peculiarità. In linea generale i rappresentanti del potere politico o non mostravano alcun interesse per gli UFO oppure erano soddisfatti degli sporadici comunicati stampa emessi dal Blue Book in quel periodo, secondo i quali la stragrande maggioranza delle segnalazioni dovevano considerarsi spiegate in termini convenzionali, senza che fosse necessario discutere più di tanto il residuo dei non identificati.

Tuttavia, il 15 luglio del 1960 alcuni deputati presso la Camera dei rappresentanti membri della Commissione forze armate, alcuni membri della quale - insieme all'ufficio della CIA più interessato alla ricerca scientifica - avevano delle perplessità sul trattamento della vicenda, ebbero un incontro, insieme ad esponenti della Commissione della camera per la ricerca scienfica ed astronautica , con il direttore del Blue Boo, ten. col. Friend e con J. A.. Hynek, consulente scientifico del progetto, per l'occasione accompagnati da tre generali, fra i quali il direttore dei servizi informazione dell'aeronautica, maggior generale Luehmann. L'esito fu che i membri dell'USAF e lo stesso Hynek non riuscirono a fugare i dubbi dei rappresentanti sul fatto che il problema UFO fosse trattato in modo adeguato. Colpito dall'esito dell'incontro, Friend si mosse con i comandi superiori per ottenere più uomini e più fondi, ma ottene ben poco e solo per periodi limitati e per vicende o impegni di spesa specifici.

Un secondo esempio importante dell'interesse da parte del mondo politico statunitense per il problema fu quello che si dipanò tra il 1961 ed il '62. Lo speaker della Camera dei Rappresentanti, John McCormack, era convinto che il fenomeno UFO presentasse caratteri di grande interesse scientifico. Su iniziativa di McCormack, il presidente della Commissione scienza ed astronautica della Camera convocò un'udienza apposita nell'ambito di un sottocomitato. Tuttavia, il direttore del Blue Book di quel periodo, Friend e l'astrofisico J. A. Hynek, allora consulente del progetto, si mossero in modo congiunto per convincere i componenti il sottocomitato che il problema era già gestito in modo adeguato, riuscendo nel loro intento. La strada per una più ampia considerazione scientifica del problema era di nuovo bloccata.

Nell'agosto del 1963 Friend lasciò la direzione del progetto. L'evidenza documentaria mostra che a quel punto era convinto della necessità di chiudere subito il Blue Book.

Gli successe un altro ufficiale che condurrà il gruppo dell'aeronautica sino alla sua chisura, ossia sino agli inizi del 1970. Si trattava del maggiore (poi tenente colonnello) Hector Quintanilla.
Il gruppo di lavoro del progetto Blue Book fotografato nel 1964 presso gli uffici della base aerea Wright-Patterson di Dayton, nell'Ohio. L'ufficiale con gli occhiali seduto al centro è il maggiore (poi ten. col.) Hector Quintanilla, ultimo direttore del progetto.
Il gruppo di lavoro del progetto Blue Book fotografato nel 1964 presso gli uffici della base aerea Wright-Patterson di Dayton, nell'Ohio. L'ufficiale con gli occhiali seduto al centro è il maggiore (poi ten. col.) Hector Quintanilla, ultimo direttore del progetto.

Anche lui d'orientamento recisamente scettico, la sua attività fu però più esposta all'attenzione dell'opinione pubblica giacché nella seconda metà degli anni '60 la vita del Blue Book si confonderà con quella della commissione Condon.

Nell'agosto del 1965 una grande ondata d'avvistamenti, alcuni dei quali di grande interesse qualititativo esplose sulla stampa americana. L'impatto dei mezzi di comunicazione si riflesse in un tentativo rapido ma approssimativo di azione da parte del Blue Book. Quando si tentò d'identificare casi ad alta stranezza come equivoci indotti dal pianeta Giove o da stelle più o meno luminose, nonostante i dettagli osservativi dei casi meglio documentati si conciliassero con difficoltà con simili ipotesi, la stampa rispose in maniera a tratti irridente nei confronti dell'aeronautica. Anzi: in una delle non frequenti occasioni del genere, su importanti organi di stampa comparvero editoriali e commenti che esprimevano rispetto per i testimoni ed interesse per il fenomeno.

Hynek propose al Blue Book che il problema fosse preso in carico da scienziati civili. La reazione delle gerarchie militari, seccate dalle continue punzecchiature da parte di appassionati e giornalisti non si mostrarono riluttanti all'idea.

Il 28 settembre del 1965 il vice-capo di stato maggiore dell'USAF per la pianificazione e per le operazioni, generale Arthur C. Agan, scrisse al direttore del Comitato di consulenza scientifica dell'USAF (AFSAB), maggior generale E. B. LeBailly, che solo una piccola parte dei casi interessanti arrivava alle fonti militari. LeBailly ribatteva chiedendo che il lavoro svolto fino a quel punto fosse riesaminato da un gruppo di scienziati fisici e sociali.

Le polemiche pubbliche seguite ad una serie di avvistamenti avvenuti il 20 ed il 21 marzo del 1966 a Hillsdale ed a Dexter, nel Michigan, in occasione delle quali il Blue Book - ancora una volta nelle vesti di Hynek - tentò di spiegare in modo improbabile i fatti adducendo elementi circa la possibilità che si trattasse di fuochi fatui, accelerò la spinta verso la creazione della commissione Condon.

I tentativi di assegnare un contratto ad un'università per uno studio generale del fenomeno, protrattisi per tutta l'estate, si conclusero il 6 ottobre del 1966 con la firma di un accordo con l'Università del Colorado.

Mentre le vicende della commissione assumevano vita autonoma il Blue Book andava verso la fine.

Nel settembre del 1968 Hynek, che nel frattempo aveva assunto in modo definitivo posizioni critiche di ciò che l'aeronautica aveva fatto finora, ricevette una richiesta da parte del colonnello Raymond S. Sleeper, comandante della Divisione Tecnologie Straniere (FTD) dell'USAF nel cui ambito operava il Blue Book. Sleeper chiedeva che entro trenta giorni l'astrofisico fornisse una relazione su ciò che Hynek asseriva ormai da due anni essere i punti deboli di quell'azione.

Hynek rispose il 7 ottobre con un lungo rapporto il cui sommario rappresenta una sintesi delle critiche accumulatesi in quegli anni nei confronti del Blue Book.

A. E' possibile concludere che nessuno dei due compiti del Blue Book (secondo il regolamento AFR 80-17), ossia 1: determinare se gli UFO costituiscano una possibile minaccia per gli Stati Uniti e 2: utilizzare dati tecnici e scientifici ottenuti dallo studio dei rapporti UFO, sono stati eseguiti in modo adeguato.

B. Lo staff del Blue Book risulta del tutto inadeguato sia per dimensioni sia per capacità scientifiche a portare a compimento i compiti assegnatigli dal regolamento AFR 80-17.

C. Al suo interno il Blue Book soffre per il fatto che si tratta di un sistema chiuso, vittima di un tipo di attività a circuito chiuso. Non c'è quasi nessun dialogo scientifico tra il Blue Book ed il mondo scientifico esterno. Nello svolgimento dei compiti del Blue Book viene fatto un uso del tutto inadatto delle vaste attrezzature scientifiche di cui l'aeronautica pure dispone. Ad esempio, gli ottimi talenti e le attrezzature dell'AFCRL (Air Force Cambridge Research Laboratories) e quelli dell'AFOSR sono stati usati di rado. La mancanza di un dialogo scientifico fra membri del Blue Book e gli scienziati esterni è sconvolgente.

D. I metodi statistici usati dal Blue Book sono poco meno che una parodia.

E. Secondo chi scrive ed anche secondo altri consulenti non si è fatta attenzione ai casi UFO significativi, mentre troppo tempo è stato usato per casi banali, contenenti poche informazioni, e per compiti marginali di pubbliche relazioni. Ogni mese bisognerebbe concentrarsi su due o tre casi scientificamente significativi piuttosto che disperdere gli sforzi su un numero fra i 40 ed i 70 al mese. E' stata rivolta troppa attenzione a casi con un solo testimone oppure a quelli in cui erano state viste solo delle luci puntiformi notturne, mentre pochissima è stata data a casi con un alto indice di stranezza riferiti da testimoni di riconosciuta reputazione.

F. Il flusso informativo che perviene al Blue Book è del tutto inadeguato. Sul Blue Book pesa un gravame quasi insopportabile derivante dal fallimento quasi totale dei funzionari addetti alle segnalazioni UFO presso le basi aeree nel trasmettere informazioni adeguate al progetto. Parecchi elementi informativi che potrebbero essere ottenuti con interviste coscienziose dai funzionari addetti agli UFO sono omessi, scaricando l'onere della riapertura delle interviste sul Blue Book. A volte questa necessità concerne le cose più elementari eppure necessarie, ad esempio indicazioni sulla direzione del vento, sulle dimensioni angolari e sulla velocità angolare, dettagli sulla traiettoria, qualifiche e tipologie dei testimoni, testimonianze collaterali e così via. Il miglioramento dei dati originari è la necessità più urgente del Blue Book

G. La posizione e l'approccio di base del Blue Book sono illogiche ed antiscientifiche, nel senso che è stata adottata un'ipotesi di lavoro che però permea e determina i metodi d'indagine. Si potrebbe mettere il punto sotto forma di teorema:

Per ogni singolo caso UFO segnalato - se esso è preso in sé trascurandone le correlazioni con altri casi UFO veirificatisi in questo ed in altri Paesi - sarà sempre possibile addurre una spiegazione naturale anche se del tutto improbabile qualora si operi soltanto nell'ipotesi che tutti i rapporti UFO, per la stessa natura delle cose, si devono soltanto a cause del tutto note ed accettate.

Il teorema ha un corollario:

Per il Blue Book è impossibile valutare un rapporto UFO in modo diverso da una mancata identificazione di un oggetto o di un fenomeno naturale, o da un falso, o da un'allucinazione. (In quel numero di casi relativamente modesto in cui anche questa procedura incontri delle difficoltà, il rapporto sarà valutato come "non identificato" ma senza spiegare che il teorema è stato violato).

H. E' stato fatto un uso inadeguato del consulente scientifico del progetto. Solo i casi che il coordinatore progettuale valuta degni di nota sono portati alla sua attenzione. La portata delle sue attività, compresa la possibilità di accedere in modo diretto sia agli incartamenti classificati come a quelli non classificati, è stato limitato ed ostacolato. Egli giunge a conoscenza di casi interessanti solo dopo un mese o due dalla ricezione del rapporto da parte del Blue Book, ed in questi casi non si fa nessuno sforzo per inserire il consulente nello sforzo d'indagine se non in modo del tutto marginale.

Per quanto noto il documento di Hynek servì soltanto a sancire la conclusione del suo lavoro di consulente dell'aeronautica militare sugli UFO.

Chiusura del Progetto Blue Book e destinazione dei suoi documenti

Con la conclusione dei lavori della commissione Condon e con la pubblicazione del volume di 1485 pagine che ne riassumeva le attività il destino declinante del progetto Blue Book giunse all'inevitabile conclusione. Ai primi di marzo del 1969 il rappresentante dell'Ufficio Informazioni del Segretario dell'Aeronautica, maggiore David J. Shea organizzò presso la sede del Dipartimento della Difesa, a Washington, un incontro in cui fu stabilita la cessazione di qualsiasi sforzo investigativo sugli UFO da parte delle forze armate statunitensi.

In seguito fu stabilito che il materiale raccolto sarebbe stato trasferito presso gli archivi storici dell'aeronautica militare degli Stati Uniti, che si trovano presso la base aerea Maxwell, nell'Alabama, dove si trovano tuttora. All'inizio furono ancora considerati riservati, ma si mise in moto un processo di declassificazione che ne ha liberalizzato in modo totale l'accesso da parte del pubblico a partire dal 1976 in applicazione di quanto disposto dalla Legge sulla libertà d'informazione o FOIA, Freedom of Information Act.

La chiusura del Blue Book fu annunciata il 17 dicembre 1969 dall'allora segretario dell'aeronautica, il quale asserì che la prosecuzione degli studi "non era giustificabile né dal punto di vista della sicurezza nazionale né da quello dell'interesse scientifico".

Le attività del Blue Book furono chiuse in modo formale il 30 gennaio 1970. Furono comunque presi in conto gli avvistamenti sino alla fine dell'anno precedente[3][4]

Interesse dei militari americani per gli UFO dopo il 1969

Non vi sono dubbi che, seppure non più in maniera sistematica, una certa attività relativa ai fenomeni UFO sia stata messa in atto da vari enti militari americani anche dopo il 1969.

Già il 20 ottobre dei quell'anno, quando il progetto Blue Book era in fase di chiusura, una nota dell'aeronautica firmata dal brigadiere generele C. H. Bolander spiegava che le segnalazioni UFO sarebbe state ancora trattate "attraverso le procedure standard previste dall'aeronautica a tal fine". Anzi, le segnalazioni di "oggetti volanti non identificati" che avrebbero "potuto inficiare la sicurezza nazionale". non sarebbero state "parte del sistema del Blue Book". In altri termini, azioni specifiche su casi di rilievo dal punto di vista militare sono senz'altro proseguite[5].

Il rilascio progressivo di vari generi di documenti grazie alla Legge sulla Libertà d'Informazione conferma tale attività. Nel modo specifico, una serie di avvistamenti verificatisi tra la metà degli anni '60 e la metà degli anni '70 del secolo scorso presso basi militari statunitensi dotate di missili balistici intercontinentali (ICBM) sono stati oggetto di un'ampia produzione documentaria[6].

Dati complessivi sui casi raccolti dal Progetto Blue Book

Il progetto Blue Book ha conteggiato 12.618 avvistamenti dall'inizio del 1947 alla fine del 1969, 701 dei quali esso considerò non identificati, per una percentuale poco inferiore al 5,6%. L'elenco completo dei casi non identificati è consultabile qui.

Quanto al numero reale delle segnalazioni presenti negli archivi del Blue Book, esso è in realtà assai superiore a quello menzionato. In realtà, molte segnalazioni mancanti di elementi ritenuti essenziali, casi stranieri o più semplicemente arenatisi nelle maglie della burocrazia del gruppo di lavoro prima di giungere al conto finale, sono stati ricostruiti in modo parziale o totale solo tramite il lavoro degli storici dell'ufologia.



Elenco dei casi raccolti dal Blue Book con indicazione del numero dei non identificati
Anno Numero dei casi raccolti Numero dei non identificati
1947 122 12
1948 156 7
1949 186 22
1950 210 27
1951 169 22
1952 1501 303
1953 509 42
1954 487 46
1955 545 24
1956 670 14
1957 1006 14
1958 627 10
1959 390 12
1960 557 14
1961 591 13
1962 474 15
1963 399 14
1964 562 19
1965 887 16
1966 1112 32
1967 937 19
1968 375 3
1969 146 1
TOTALE 12618 701


Casi italiani non identificati negli archivi del Progetto Blue Book

Gli archivi del Blue Book contengono fonti e riferimenti di vario genere ad un piccolo numero di casi italiani. Tuttavia, solo in alcune occasioni essi furono presi in considerazione quando si trattava di compilare gli elenchi annuali della casistica. In altre occasioni, infatti, si trattava soltanto di comunicazioni derivanti da fonti giornalistiche oppure da notizie trasmesse tramite gli addetti militari e scientifici presso l'ambasciata ed i consolati statunitensi, che subirono nel corso del tempo trattamenti burocratici diseguali.

Un esempio è rappresentato dall'avvistamento di un più che probabile bolide avvenuto a Sassari il 27 agosto del 1952, che il testimone descriverà nell'autunno dell'anno successivo con un suo rapporto scritto inviato all'addetto aeronautico dell'ambasciata americana a Roma. Inviato al Blue Book da Roma, esso non è però presente negli elenchi generali della casistica[7].

C'è invece negli elenchi un caso fotografico datato 26 settembre 1960 (il 7002 dell'elenco generale), giunto tramite canali non chiari al Blue Book e che rappresenta un gruppo di tre corpi discoidali con cupola ripresi in località sconosciuta in pieno giorno, ma che in realtà provengono senza dubbio da un gruppo contattistico poi passato alla storia dell'ufologia come "Amicizia", all'origine di un numero altissimo di filmati e foto prodotti con modellini e trucchi fotografici di vario tipo.

Un episodio di particolare difficoltà interpretativa è invece costituito dal caso n. 8521 degli elenchi del Blue Book. Non è stato purtroppo possibile risalire ai documenti corrispondentigli in archivio, ma esso reca gli estremi di valutazione "dati insufficienti", una data compresa fra il 20 ed il 22 agosto 1963 e per località la città di Roma.

Ora, in realtà tutto indica che questo episodio debba in realtà ricondursi ad un fatto di grande interesse potenziale ma i cui caratteri non è stato possibile chiarire del tutto, ossia un'osservazione ravvicinata di un UFO che avrebbe avuto luogo all'interno della tenuta presidenziale di Castelporziano, presso Roma, forse (ci sono contraddizioni tra le poche fonti disponibili circa data, ora, punto esatto) il 20 agosto 1963 e di cui sarebbe stato testimone l'autista di fiducia del presidente della Repubblica, Antonio Segni, e forse un uomo politico con i suoi familiari. Del caso si sarebbero interessati i servizi segreti (SIFAR). Il caso sarebbe pervenuto da fonti militari italiane a quelle statunitensi, che però non si sarebbero mai attivate per assumere ulteriori notizie sull'evento[8].

In realtà il solo caso italiano che figura nelle liste del Blue Book come non identificato è il n. 4760 dell'elenco generale. Esso si verificò a Milano intorno alle 19.41 del 12 giugno del 1957 e comportò l'osservazione di un corpo volante luminoso a forma di uovo di colore verde-giallo che effettuò manovre antiaerodinamiche seguite con cura nel cielo sereno da un testimone anche grazie ad un binocolo. Le generalità de testimone sono note agli storici dell'ufologia. Si trattava di un corrispondente estero che inviò di persona una relazione in inglese al Blue Book[9].

E' da rilevare che, trascurando tentativi parziali, finora non è stato effettuato un controllo sistematico ed esaustivo della presenza di riferimenti a fatti, personaggi e circostanze rilevanti per l'Italia in tutte le serie archivistiche del progetto Blue Book.

Fonti

  1. Gross, Loren E. (1982). UFOs: A History - 1952. January-May. Fremont (California): Presso l'Autore
  2. Jacobs, David M. (1975).The UFO Controversy in America. Bloomington (Indiana): Indiana University Press
  3. Clark, Jerome (1998). The UFO Encyclopedia. The Phenomenon from the Beginning. Volume 2: L-Z. Detroit: Omnigraphics. 730-742
  4. Steiger, Brad (1976). Project Blue Book: The Top Secret UFO Findings Revealed. New York: Ballantine Books
  5. Randles, Jenny & Houghe, Peter (1994). The Complete Book of UFOs: An Investigation into Alien Contact and Encounters. Londra: Sterling Publishing Co. 179
  6. Fawcett, Lawrence & Greenwood, Barry J. (1984). Clear Intent. The Government Coverup of the UFO Experience. Englewood Cliffs (New Jersey): Prentice Hall
  7. Stilo, Giuseppe (2002). Ultimatum alla Terra. 1952: i dischi volanti in Italia e nel mondo. Torino: UPIAR. 211-214
  8. Fiorino, Paolo (2004). L'UFO del Presidente. UFO - Rivista di Informazione Ufologica. Torino: CISU. 28. gennaio. 17-19
  9. Grosse, Loren E. (1996). The Fifth Horseman of the Apocalypse. UFOs: A History. 1957: May 24th - July 31st. Fremont (California): Presso l'Autore. 26-28

Link esterni

Project Blue Book nella Wikipedia inglese

Un progetto di documentazione sul Progetto Blue Book diretto dall'ufologo statunitense Michael David Hall mette a disposizione studi e documenti qui.