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Definizioni di UFO

Da WikiUFO.

Indice

Definizione di "definizioni di UFO"

Se si accetta che una "definizione" sia un'affermazione formale circa il significato di una parola, di un concetto o di una frase, allora una definizione di UFO dovrà per forza implicare, perché sia di qualche utilità, che ad essa sia sottesa una lunga serie di accordi circa la concezione scientifica del mondo in termini filosofici, epistemologici, linguistici e così via.

E' soltanto se si accetta quanto sopra che questa pagina diventerà condivisibile da tutti. Pur presentando le più diverse soluzioni proposte per il problema in discussione, essa infatti suppone l'idea che i fenomeni UFO "in senso ristretto" - nel modo in cui li intende l'ufologo Claude Maugé nella sua proposta cui si rimanda - siano da un lato almeno una seria possibilità e che, dall'altro, al momento attuale non esista comunque un'evidenza scientifica sufficiente per rendere conto in modo adeguato delle loro cause.

Giusto quanto sopra, frasi del tipo "gli UFO sono astronavi extraterrestri" non sono delle definizioni nel senso in cui qui le s'intende, trattandosi piuttosto di "spiegazioni" che eccedono ampiamente l'area semantica originaria del lemma UFO.

In termini più piani, il presupposto adottato in modo fermo in questa pagina è che gli UFO in senso ristretto costituiscano ancora un problema scientifico irrisolto.

Tipologie generali

In un suo lavoro del 1981, lo studioso Louis Schönerr ha sostenuto che sarebbe possibile enunciare l'esistenza di tre modelli diversi di definizioni di UFO:

  • le definizioni fenomenologiche, che pretendono di definire l'UFO in funzione delle sue proprietà, ossia della presenza di un certo numero di elementi di un insieme di descrittori, ad esempio quella implicita nel sistema di valutazione UNICAT;
  • le definizioni basate sull'indagine, come - anche se con intenti molto diversi - avviene nel caso delle attività della Commissione Condon o di quanto proposto da J. A. Hynek;
  • le definizioni di tipo processuale, che invece di pensare a dei filtri in grado di eliminare il "rumore di fondo" consistente nei "falsi UFO" cercano di definire i fenomeni UFO in funzione dell'applicazione di metodi e tecniche propri delle discipline scientifiche come nel caso dei tentativi di ufologia strumentale propugnati dal CIPH [1].

A questa tripartizione si potrebbe aggiungere un modello diverso, quello delle:

  • definizioni multistrato, di cui principale espressione è la proposta di C. Maugé, tendenti a considerare priorità di tipo differente fra loro.


Di particolare rilievo per l'argomento sono pure:


Randles, Jenny (1981). UFO Study. A handbook for enthusiasts. Londra: Robert Hale. 12, 22, 254-255;

Martin, Michael (1982). Defining "UFO". Zetetic Scholar. 9. marzo. 84-89;

Schmitt, Alain (1982). Essai d'une définition du phénomène OVNI. Chroniques de la CLEU. 20. marzo. 2-3. 


Definizione Condon ed analoghe

Una serie di definizioni di UFO ruota intorno all'idea che lo stesso sia ciò che il testimone (chi "vede") ritiene tale. Quella più articolata fu enunciata nel cosiddetto "Rapporto Condon", ossia nel volume pubblicato ai primi del 1969, a conclusione dei lavori della Commissione Condon dell'Università del Colorado.

In realtà, già il 1° febbraio del 1966 l'Aeronautica militare degli Stati Uniti, che ancora aveva attivo il Progetto Blue Book, aveva reso palese quanto in realtà nei fatti costituiva la sua linea guida almeno dal 1953: ossia che l'USAF:

definisce un oggetto volante non identificato qualsiasi oggetto aereo che l'osservatore non sia in grado d'identificare.

In questo modo, si facilitava la sensazione, del resto giustificata dai fatti, che la gran parte delle segnalazioni fosse dovuta ad equivoci senza però dar mostra di voler perseguire una discriminazione rispetto ad altri eventuali fenomeni.

La definizione Condon, come anticipato, è assai più articolata ma essa riflette la scarsa volontà di affrontare il nucleo del problema costituito dai casi non-identificati.

Un oggetto volante non identificato (UFO)... è qui definito come lo stimolo per una segnalazione fatta da uno o più individui relativa a qualcosa vista in cielo (o di un oggetto che si ritiene in grado di volare ma visto a terra) che l'osservatore non ha potuto identificare come un qualcosa di comune origine naturale e che gli è parsa insolita a sufficienza da segnalarla alla polizia, a pubblici ufficiali, alla stampa o magari ad esponenti di associazioni privare volte allo studio di tali oggetti.[2]

La definizione Condon implica una serie assai lunga di presupposti.

  1. l'UFO è lo stimolo per la segnalazione. Non discute dunque in alcun modo il contenuto fenomenologico di essa;
  2. Il solo giudice della non-identificabilità dello stimolo è il testimone;
  3. L'attenzione è concentrata sul rapporto, non sulle caratteristiche fenomenologiche.

Si possono considerare definizioni analoghe:

  • quella enunciata dallo scienziato Carl Sagan nel 1972, in cui "un fenomeno aereo o celeste in movimento" ha una natura "non immediatamente compresa", cosa che, anche in modo non esplicito, comporta di nuovo che il solo definitore sia il testimone, ma pure che in un momento successivo le osservazioni possano essere ricondotte a cause convenzionali;
  • quella fornita ancora nel 1972 dall'associazione ufologica americana APRO, secondo la quale l'UFO è qualsiasi oggetto aereo "non identificato dal testimone".

 Definizione Hynek

Con le definizioni di quello che si potrebbe definire il "gruppo Hynek" l'attenzione si sposta dal testimone al valutatore del caso.

In apertura del suo libro del 1972, "The UFO Experience", l'astronomo scrive che:

Si può semplicemente definire UFO la percezione riferita a terzi di un oggetto o di una luce vista nel cielo o al suolo il cui aspetto, la cui traiettoria e la cui dinamica generale ed il cui aspetto luminoso non suggeriscono una spiegazione logica di tipo convenzionale e che rende perplesso non solo chi l'ha percepito ma che resta non identificato dopo un accurato esame dell'intera evidenza possibile ad opera di persone capaci sul piano tecnico di formulare, se possibile, un'identificazione di buon senso.

Inoltre, per Hynek il fenomeno UFO è la classe formata dall'insieme dei rapporti d'avvistamento UFO già valutati come tali e delle esperienze UFO. L'esperienza UFO è "il contenuto di un rapporto d'avvistamento UFO".

In questo modo il cambiamento di prospettiva è evidente. La definizione comporta infatti sia che vi sia un processo di expertise complesso già effettuato - ossia che si sia verificato un discrimine netto rispetto ai casi spiegabili - sia, almeno in nuce, una caratterizzazione per blocchi di caratteristiche dei fenomeni.

Si parla infatti di: 1) aspetto, 2) traiettoria, 3) dinamica generale; 4) aspetto luminoso [luminescent behavior] quali "componenti" notevoli del contenuto dei rapporti d'avvistamento UFO.

Simile, anche se sintetica, la proposta fatta nel 1979 dall'ufologo Allan Hendry all'inizio del suo "The UFO Handbook", in cui si coinvolgono nella definizione di UFO considerato "qualsiasi fenomeno aereo anomalo" gli "analisti tecnici dotati di qualifiche di cui l'osservatore originario potrebbe mancare", spingendo anzi ancor più la funzione discriminante dell'expertise.

Definizione Story

L'interesse peculiare della definizione fornita nel 1980 dallo studioso americano Ronald Story è che essa pretende di delimitare il campo d'interesse della disciplina ufologica. Scrive egli nel suo libro più importante:

Sebbene probabilmente una definizione perfetta sia impossibile dato che, in definitiva, i soggetti del nostro studio sono "non identificati", è però consigliabile limitare l'ambito dell'ufologia a quei casi d'avvistamento e d'incontro [ravvicinato, NdR] che dopo un adeguato ed attento esame da parte di persone qualificate non sembrano spiegabili in termini di fenomeni naturali noti o come manufatti artificiali.[3]

In questo modo si assume il punto di vista secondo il quale l'ufologia in senso proprio dovrebbe occuparsi solo dei casi non-identificati e, pertanto, l'inevitabile processo di discriminazione segnale/rumore di fondo sarebbe, per così dire, una procedura pre o proto-ufologica.

Se collegata alla definizione fornita dal suo ideatore ed al sistema di classificazione Hynek e derivati, se ne desume che quella classificazione dovrebbe essere impiegata, come qualche ufologo propose negli Anni 80 del secolo scorso, soltanto per i non-identificati, non per gli IFO.

Definizione Haines

Una definizione di UFO che consiste in buona misura in una completa rielaborazione e precisazione della definizione Hynek si deve allo studioso americano Richard F. Haines. E' stata presentata nel 1987[4], anche se una discussione di quanto suggerito da Hynek era stata anticipata già nel 1980, in apertura di un libro assai importante di Haines, "Observing UFOs". 

Haines discute uno per volta gli enunciati della definizione del '72, li analizza e li offre più nitidi. Per seguire meglio il discorso di Haines occorre avere sott'occhio quanto aveva scritto l'astrofisico americano quindici anni prima.


  • La "percezione riferita a terzi"

Nel paradigma ufologico prevalente, esiste uno iato temporale e semantic più o meno grande tra la fine dell'esperienza osservativa ed il suo esame. Ciò che si studia è il "contenuto della testimonianza". I punti critici dell'intero sistema sono dunque forma e contenuto della testimonianza. Esse, secondo Haines, forniscono anche gli elementi per valutare la credibilità del testimone. La sua riservatezza, la mancanza di qualsiasi tentativo di sfruttamento pubblicitario tramite tv, periodici o Internet, sono parte integrante della "forma" che assume la "percezione riferita a terzi".

  • "Un oggetto o una luce"

Per Haines si tratta di una definizione troppo stringente. Essa implica che l'UFO sia per forza una fonte tridimensionale in grado di radiare energia e/o dotato di massa. Non è detto che ciò avvenga in tutte le fasi di un'osservazione. Anche lo stesso termine "luce" è fuorviante, giacché in letteratura indica sia lo stimolo generatore sia la risposta ad esso da parte del percipiente.  "Vedere una luce" e "apparire dotato di una luce assa intensa" sono esempi dei due tipi diversi d'impiego.

Con "luce" Haines definisce soltanto l'impiego del termine come "stimolo".

E' per questi motivi che Haines preferisce ad "oggetto" o "luce" il più generico lemma "qualcosa".


  • "Nel cielo o al suolo"

In questo caso Haines sottolinea la dimenticanza delle osservazioni che comportano interazioni con superfici acquee non solo perché esse sono state spesso descritte (USO) ma perché trascurarle significa privarsi, in termini fisici, di quanto potrebbe derivare dall'analisi delle probabili diversità di pressioni, dinamica dei fluidi, comportamento della radiazione luminosa e così via rispetto al mezzo costituito dall'aria atmosferica. 


  • "Una spiegazione logica di tipo convenzionale" 

Questo punto è forse il più anticonvenzionale dell'intero discorso di Haines. Lo studioso non intende in alcun modo negare che questo criterio sia indispensabile insieme a quello successivo, ossia ad "un accurato esame dell'intera evidenza possibile". Però si direbbe sospettare che l'evidenza suggerita da almeno una certa parte dei dati estraibili dai rapporti d'indagine sia di natura talmente bizzarra da porre delle sfide per le quali i due criteri potrebbero risultare insufficienti. Haines, che ragiona spesso - anche a causa della sua attività professionale di psicologo - in termini di psicofisiologia della percezione, pensa ad esempio alla possibile esistenza di fenomeni aventi solo natura bidimensionale. Una cosa del genere pone in difficoltà la nostra idea di ciò che è "convenzionale".  La casistica mostra aspetti di natura altamente non-convenzionale. Si pensi ad esempio ai casi con descrizioni di cosiddetta "luce coerente" o a quelli in cui UFO almeno in apparenza dotati di massa accelerano in modo istantaneo.  

Per superare quella che ad Haines appare un'impasse l'ufologo suggerisce - fra gli altri - un approccio in cui siano analizzate non le supposte costanti casistiche, come spesso si fa, ma le differenze interne alla fenomenologia, ad esempio in termini di categorie logiche quali eterogeneità, disparità, asimmetria e non-conformità.


  • "Un accurato esame dell'intera evidenza possibile" 

Sul punto Haines intende sottolineare che il concetto di esame dell'intera evidenza possibile va preso alla lettera. In altri termini, una corretta analisi dei rapporti UFO per Haines procede secondo un'operazione di moltiplicazione dei vari fattori, non di somma, secondo un procedimento del tipo a · b · c · d · e · f · g = UFO, in cui se un fatto è = 0 il risultato sarà nullo, al contrario di quello che accade in un'addizione. In altri termini, Haines pare suggerire che nell'analisi dell'evidenza da costruire tramite i rapporti UFO, ogni elemento è critico e la sua non corretta valutazione può determinare una catastrofe dell'intero sistema da essi costituito.


  • "Un'identificazione di buon senso" 

Sul punto Haines appare più critico. Il buon senso è un'ottima guida, pare sostenere lo studioso, ma nel caso dell'evidenza ricavabile dai rapporti UFO esso può a volte diventare una limitazione. Anche se in modo involontario, esso potrebbe cozzare con l'evidenza emergente e dunque risultare insufficiente rispetto a quella. 


  • La ri-definizione fornita

Haines presenta un razionale in quattro punti che a suo avviso sostengono la necessità di una ri-definizione del discorso hynekiano.

a. Il fatto che sia riferita la percezione di un UFO non può determinare se quanto descritto esiste nella realtà. E' vero anche l'inverso, ossia che molte cose che esistono non sono mai descritte;

b. L'accento messo da sempre sulla percezione "visiva" degli UFO è restrittiva. La percezione è multisensoriale, pesenta meccanismi assai complessi e non sincroni. Le altre capacità sensoriali potrebbero giocare un ruolo assai importante in specie nella fase iniziale delle osservazioni e nell'identificare caratteristiche specifiche degli UFO.

c. Il concetto di "esame accurato dell'evidenza" necessita di un'assai maggiore discussione. Haines rileva come persino nel caso di inquirenti assai esperti l'analisi del rapporto UFO risulti troppe volte distante da una sensazione di completezza. Si tratta di capacità che dipendono non solo dall'esperienza pregressa o dall'addestramento cui l'inquirente è stato sottoposto da terzi, ma pure da elementi più creativi e dalla capacità d'interagire con altri per mettere in moto processi del genere. Senza di ciò, parlare di "esame accurato dell'evidenza" come parte della definizione di UFO risulterà sempre uno dei punti più discutibili dell'intera costruzione.

d. Il buon senso deve essere affiancato da qualità più avanzate e proteiformi, nel tentativo assai delicato d'impiegare l'intuito e l'innovazione nel valutare eventi tanto discutibili e contraddittori.

Nella sua proposta di ri-definizione Haines incorpora uno dei primi tentativi di questo tipo, quello che fu formulato nel 1965 dallo studioso Jacques F. Vallee in apertura del suo libro "Anatomy of a Phenomenon". Ecco il risultato:

E' possibile reperire manifestazioni dei fenomeni UFO tra i rapporti relativi alla percezione o alla consapevolezza indiretta di un oggetto, di una fonte di luce o della presenza di qualcosa nel cielo, al suolo o sotto la superficie d'un corpo d'acqua, il cui aspetto, la cui traiettoria e la cui dinamica generale e comportamento luminoso o capacità riflettive non suggeriscono una spiegazione conforme a quelle convenzionali o logiche correnti, e che resta non-identificato dopo che tutta l'evidenza concernente l'avvistamento è stata studiata da persone dotate di capacità tecniche, compreso l'inquirente coinvolto nell'inchiesta sul caso, persone che abbiano usato per le loro analisi sia identificazioni di buon senso sia l'intuito. 

Definizione Maugé

L'interesse del tentativo definitorio dello studioso francese Claude Maugé, incline all'ipotesi socio-psicologica, rimane intatto sebbene esso sia stato realizzato nel 1989[5]

Si tratta infatti di una definizione "a strati di cipolla" che, presa in senso stretto, non implica né esclude in nessuna sua parte l'esistenza di un fenomeno UFO originale o, come lo chiama lo stesso Maugé, di un "fenomeno UFO in senso stretto".

Maugé parte dal presupposto che i progressi fatti nella spiegazione degli UFO non siano sufficienti per tentare quelli che, come spiegato nella sezione "Generalità" sono state definiti modelli definitorio di tipo fenomenologico o di tipo processuale.

Per Maugé saremmo ancora fermi a definizioni di tipo negativo, ossia a quelle che cercano di definire l'UFO a partire da ciò che non è. Pur riconoscendo il limite implicito in questa posizione, Maugé sostiene che sarebbero possibili definizioni negative di tipo più elaborato che potrebbero rivelarsi di una certa utilità.

E' proprio di questo genere la definizione multistrato suggerita dal francese.

Maugé chiama il proprio tentativo una "definizione dialettica" che combinerebbe le definizioni in cui l'agente che opera la non-identificazione di quanto visto è lo stesso testimone (alla Condon) con quelle in cui l'agente è lo studioso esperto che effettua la valutazione dell'esperienza osservativa (alla Hynek).


  • Primo livello: il livello di "pre-UFO".

Maugé chiama pre-UFO tutti gli stimoli fenomenici, oggettivi o soggettivi, che il testimone sostiene di aver visto o percepito volare o che chiunque altro considera in grado di volare e la cui natura non è stata riconosciuta dal testimone o da terzi a causa del suo aspetto, del suo moto, del suo comportamento o degli effetti che gli sono stati associati. A questo primo livello si tratta dunque di una definizione simile a quella di Condon. Essa potrebbe includere allucinazioni, errori percettivi di ogni tipo ma anche fenomeni assai più insoliti.

Su questo piano il termine "testimone" ha significato assai ampio: è sia chiunque abbia visto qualche cosa, sia una persona colpita da un'allucinazione, sia un mentitore, una persona inesistente inventata da uno scrittore o da un giornalista, o anche un apparecchio di rilevazione come un radar una macchina fotografica automatica di un osservatorio astronomico, ecc.

Maugé definisce l'insieme dei casi "pre-UFO" fenomeno UFO in senso ampio. E' in questo insieme che si trovano gli oggetti d'interesse dello studioso di scienze umane (psicologo, psichiatra, antropologo, sociologo...) e dunque si tratta di un ambito connesso in modo assai forte al contesto socio-culturale e con le mitologie già formatesi nel passato, ad esempio con quelle religiose, del folclore e, più in generale, del "paranormale".

Tuttavia, vari fattori potrebbe condurre il testimone a riferire a terzi quanto da lui visto o percepito, sia che si tratti di parenti ed amici, di un organo d'informazione, a delle autorità pubbliche o ad un'associazione ufologica. Questa narrazione, comunque sia fatta, produce articoli di giornale, servizi radio-televisivi, notizie e post su Internet, rapporti d'indagine, incartamenti negli archivi degli e
Il diagramma di flusso della definizione Maugé di UFO. I blocchi 7, 9 e 13 si riferiscono ai tre "livelli" di UFO (Maugé 1989).
Il diagramma di flusso della definizione Maugé di UFO. I blocchi 7, 9 e 13 si riferiscono ai tre "livelli" di UFO (Maugé 1989).
nti pubblici e così via.

Si produrranno così delle fonti contenenti le informazioni relative alle esperienze osservative che saranno studiate da degli "esperti". Le informazioni disponibili potrebbero essere non sufficienti. In questo caso la "narrazione" vedrà ridursi al minimo la proprià utilizzabilità a fini valutativi. 

In caso contrario, lo stimolo che ha generato la "narrazione" potrà essere identificato con un grado di fiducia più o meno elevato, ed in questo modo dar vita all'insieme dei falsi UFO o IFO

L'identitificazione consisterà nell'attribuzione di una delle seguenti nature allo stimolo:

  • "A": casi di misinterpretazione da parte del testimone di oggetti o fenomeni convenzionali;
  • "B": casi concernenti cause psicologiche, fisiologiche o psicopatologiche (illusioni ottiche, allucinazioni, confabulazioni, ecc.),
  • "C": casi relativi a mistificazioni delle quali lo (pseudo)testimone può essere autore o delle quali possono essere responsabili fonti terze (giornalisti, appassionati di UFO, ecc.).


  • Secondo livello: il livello di "quasi-UFO".

Se un rapporto d'avvistamento giudicato possedere informazioni sufficienti non può essere ricondotto ad un'identificazione almeno probabile, allora per Maugé diventerà un "quasi-UFO", ossia uno stimolo che rimane non-identificato da esperti competenti. Si tratta in sostanza della definizione adottata da J. A. Hynek.

L'insieme dei "quasi-UFO" è definito da Maugé fenomeno UFO in senso ristretto. Esso è l'ambito di riferimento delle scienze naturali nell'accezione vasta del termine (fisici, astronomi, geofisici, biologi, medici...).

Tuttavia, non andrebbe mai dimenticato che l'attribuzione dell'etichetta di non-identificato non è data una volta per tutte. Potrebbe accadere che nuove indagini o l'acquisizione di nuove conoscenze scientifiche permettano in un secondo tempo di diventare un IFO. Allora questo sottoinsieme costituirà il gruppo degli pseudo-UFO.

Secondo Maugé tra i "quasi-UFO" dovrebbero rientrare quei fenomeni attualmente sconosciuti alle scienze naturali ma che dovrebbe esser possibile integrare nelle stesse senza che i paradigmi scientifici correnti subiscano delle trasformazioni di grande portata (esempi di questo genere, ed anche sul punto l'accordo è lungi dall'essere raggiunto, secondo alcuni potrebbero essere certi presunti fenomeni luminosi di supposta origine geofisica come le Earth Lights).


  • Terzo livello: il livello di "vero UFO".

Se i "quasi-UFO" permanessero tali, allora ci si avvicinerebbe alla categoria dei "veri UFO", nel senso di "fenomeni sostanzialmente inspiegabili". I "veri UFO" potrebbero secondo Maugé appartenere a tre gruppi:


  1. fenomeni naturali: di tipo fisico, biologico o psichico, ma umano, non integrabili nel corpo delle conoscenze scientifiche attuali senza un cambiamento di rilievo dei paradigmi scientifici;
  2. fenomeni legati ad intelligenze non-umane: extraterrestri o altre entità ancora più incomprensibili;
  3. fenomeni incomprensibili per l'uomo: cause non attingibili dall'essere umano a causa di sue limitazioni evolutive, o almeno a causa delle strutture psichiche, culturali e conoscitive di fondo.

Si tratta, sottolinea lo stesso Maugé, di un ambito assai delicato ed imbarazzante, che costituisce in un certo senso non delle categorie operative come avviene con i livelli primo e secondo, ma di un concetto idealtipico.

L'insieme dei "veri UFO" è definito da Maugé fenomeno UFO in senso stretto. Di competenza anch'esso degli scienziati fisici, se preso alla lettera, ad avviso dello studioso non vi sono al momento indizi sufficienti del fatto che questo insieme non sia vuoto. 

Fonti

  1. Schonerr, Louis (1981). Percipient-dependent components in UFO experience. UPIAR. 4. 376
  2. Gilmor, D. S. (a cura di) (1969). Scientific Study of Unidentified Flying Objects. New York: Bantam Books. 9
  3. Story, Ronald (1980). The Encyclopedia of UFOs. New York: Doubleday. 47
  4. Haines, Richard F. (1987). Defining the UFO. Evans, Hilary & Spencer, John (a cura di). UFOs 1947-1987. The 40-year search for an explanation. Londra: Fortean Tomes. 170-174
  5. Maugé, Claude (1989). Essai d'une définition de l'"OVNI". Actes des troisièmes Rencontres Européennes de Lyon consacrées au phénomène OVNI. 29/30 avril - 1er mai 1989, Aix-en-Provence: Ovni-présence. 17-25